Lo scorso 18 ottobre è uscito in tutte le librerie Non chiedermi mai perché, edito da Newton Compton. Il quarto romanzo della giovane scrittrice torinese Lucrezia Scali.
“Quattro anni fa rimasi colpita da un servizio in televisione”, ci spiega Lucrezia. “Trattava l’argomento della donazione degli organi. Il giornalista interpellava le persone per strada e chiedeva loro cosa ne pensassero. Molti si dichiaravano contrari. Quelle immagini fecero scaturire in me una reazione e, improvvisamente, ebbi in testa la trama di un romanzo”.
Ma le cose delle volte non vanno come ci aspettiamo e, nonostante la forte ispirazione iniziale, Lucrezia rimase bloccata per anni alla seconda pagina del suo manoscritto. Incapace di andare avanti, di raccontare la storia che le premeva. A cambiare la situazione ci pensò il destino, seppur crudele e amaro, “Lo scorso anno ho perso mia nonna pochi giorni prima di Natale e, solo a quel punto, mi sono sentita pronta per raccontare il dolore, il lutto, per immedesimarmi nella protagonista”.
La protagonista del romanzo è Ottavia, una donna la cui vita perfetta, la cui famiglia perfetta, viene distrutta da un brutto incidente d’auto alla vigilia di Natale. Risvegliatasi in ospedale scopre di aver perso sia il marito sia l’unico figlio. Nelle pagine di quest’opera vengono raccontati il dolore e la rinascita, anche attraverso la scelta, difficile e generosa, di donare gli organi dei propri cari, di rinunciare a una parte di loro per dare speranza a qualcuno e, forse, dare anche un senso a una vita che si spezza precocemente.“Non voglio convincere nessuno”, si schernisce Lucrezia.
“Non ho la pretesa di far cambiare idea a qualcuno ma credo molto nella donazione degli organi”. E, per fortuna, anche gli italiani sembrano crederci di più. Molta strada è stata fatta da quel servizio televisivo di quattro anni fa. Secondo i dati del 2017, riportati sul sito dell’AIDO (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule), i donatori italiani sono cresciuti del 18% rispetto al 2016, raggiungendo la cifra di 1.437, con una media di 23,7 per milione di popolazione (pmp), media superiore a quella europea che è di 18,4 pmp.
Quella della donazione, comunque, rimane un argomento delicato di cui la gente non ama parlare, forse per il suo indissolubile legame con la morte e la perdita. Quindi una vicenda fittizia e coinvolgente, come quella narrata da Lucrezia Scali nel suo romanzo, è un ottimo mezzo per sensibilizzare circa l’argomento e permettere di comprenderne meglio la realtà, di dolore proprio ma anche rinascita ed opportunità per gli altri.