Si chiama FORTILAT. E' una piccola rivoluzione nella nutrizione dei neonati prematuri in Terapia intensiva ed arriva da una risorsa fino ad ora inaspettata: il latte d’asina. Un nuovo prodotto appena brevettato, che in seguito verrà poi commercializzato.
Una risposta ai frequenti problemi di intolleranza alimentare di questi neonati arriva dai risultati dello studio condotto dalla Terapia Intensiva neonatale universitaria dell’ospedale Sant'Anna della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Enrico Bertino), in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR di Torino, coordinati dalla dottoressa Laura Cavallarin.
Lo studio, condotto con il sostegno della Compagnia di San Paolo di Torino su 156 gravi pretermine, è stato pubblicato in questi giorni sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition, giornale ufficiale della Società Europea e di quella Nordamericana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione pediatrica. Nello studio i ricercatori hanno dimostrato come i segni di intolleranza alimentare e la necessità di sospensione dell’alimentazione in questi neonati estremamente critici siano più che dimezzati quando si utilizza il latte d’asina come fortificatore del latte umano, anziché i convenzionali prodotti a base di latte vaccino. Il latte d’asina utilizzato per lo studio è stato fornito da due allevamenti piemontesi (Asilait e Gro Azou) e dall’allevamento Monte Baducco in Emilia Romagna. Questi risultati sono di particolare interesse poiché il raggiungimento precoce di una completa alimentazione per via orale costituisce uno degli obiettivi chiave nell’ assistenza dei prematuri.
Anche per questi neonati, come per i bambini nati a termine, il latte materno costituisce l’alimento di prima scelta per garantire le migliori prospettive di salute e sviluppo a breve e lungo termine. Per fare fronte alle speciali necessità nutrizionali dei pretermine, il latte materno deve però essere fortificato con quantità extra di nutrienti. Gli studi hanno evidenziato che il latte d’asina è il latte di mammifero più vicino come composizione al latte umano: di qui l’idea dei ricercatori di utilizzarlo come integratore del latte materno anziché i prodotti a base di latte vaccino fino ad ora utilizzati nelle terapie intensive neonatali. E’ oggi confermato che la nutrizione nelle fasi più precoci della vita condiziona lo stato di salute e la qualità di vita futura in adolescenza ed in età adulta: i risultati dello studio aprono quindi importanti prospettive per questi neonati estremamente fragili.
AMBITO E IDEA PROGETTUALE
La popolazione di neonati pretermine di peso molto basso (<1500 grammi) e/o di età gestazionale <32 settimane rappresenta attualmente la maggior parte dei neonati assistiti in Terapia Intensiva Neonatale. In Italia, nascono circa 5000 bambini all’anno di peso molto basso, rappresentando circa l'1% di tutti nati. Questa popolazione impegna la maggior parte delle risorse che vengono utilizzate nel campo sanitario nel periodo neonatale ed è responsabile del 60% della mortalità nel primo anno di vita e dell'80% delle sequele neuro-evolutive a distanza.
Il latte umano è la prima scelta nell’alimentazione di tutti neonati, compresi i prematuri. Tuttavia, in questa ultima categoria, dati i particolari fabbisogni nutrizionali, il latte umano deve essere fortificato per alcuni nutrienti, soprattutto proteine. Purtroppo, in questi neonati la nutrizione orale presenta all’inizio numerose difficolta, a causa delle patologie concomitanti, ma soprattutto della immaturità intestinale di questi soggetti. Per questi motivi i neonati prematuri presentano frequentemente segni di intolleranza alimentare, quali principalmente vomiti e distensioni addominali, che aumentano la durata della nutrizione per via endovenosa, rallentano l’inizio della suzione al seno e la data della dimissione dall’ospedale.
Il progetto nasce dalla considerazione che il latte vaccino, alla base dei fortificatori del latte umano attualmente utilizzati, può causare fenomeni di intolleranza, in soggetti vulnerabili quali neonati malati o immaturi.
Il latte d’asina é molto più simile al latte umano di quanto non sia il latte vaccino (composizione proteica, glucidica, lipidica), come ormai dimostrato dalla letteratura. Da qui l’idea di utilizzarlo per la produzione di un fortificatore più adeguato per il latte umano destinato all’alimentazione dei neonati prematuri. Oltre alla maggiore somiglianza biochimica con il latte umano, il latte d’asina possiede, molto ricco di lisozima, una proteina caratterizzata da elevata proprietà antibatterica.
L'ipotesi su cui si é basato lo studio è che i neonati pretermine alimentati con latte umano fortificato con un fortificatore derivato da latte d'asina, potessero presentare un migliore tolleranza alimentare nelle prime fasi settimane di vita post-natale, che costituiscono un periodo più critico nell’avvio della loro alimentazione.
LO STUDIO
Il progetto ha previsto una prima fase, che ha riguardato il disegno e la produzione del prodotto sperimentale, effettuata nei laboratori dell’ISPA CNR. La formulazione ed il processo di produzione del fortificatore a base di latte d’asina sono stati brevettati. Molto in sintesi, utilizzando un processo di ultrafiltrazione, sono stati ottenuti due concentrati di latte d’asina, con uguale tenore proteico e calorico ai corrispondenti prodotti a base di latte vaccino, disponibili in commercio. I fortificatori sono stati prodotti rispettando la normativa vigente in materia di alimenti per infanzia e garantendone la sicurezza microbiologica. La polverizzazione ed il confezionamento del prodotto finito sono stati condotti con il supporto di due PMI piemontesi del settore farmaceutico (Procemsa S.p.A. e Proge Farm Srl) e del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale.
La seconda fase ha riguardato la realizzazione di uno studio clinico volto a valutare l’adeguatezza nutrizionale del nuovo prodotto in una popolazione di neonati gravemente prematuri. Lo studio ha coinvolto 156 neonati nati prematuri di peso molto basso (<1500 g) o di età molto bassa (< 30 settimane di gravidanza) alla nascita. I neonati arruolati per lo studio sono stati assegnati in modo casuale (studio randomizzato) a due bracci: uno in cui hanno ricevuto per 21 giorni latte umano fortificato con il fortificatore sperimentale a base di latte d’asina oppure latte umano fortificato con il fortificatore standard a base di derivati del latte vaccino. Le due diete sono state disegnate per aver lo stesso apporto nutritivo in termini quantitativi (dieta isocalorica e isoproteica), ma essere qualitativamente differenti, in quanto i fortificatori apportavano uguali quantità di proteine e carboidrati ma di diverso tipo. Lo studio clinico è durato 24 mesi ed è tuttora in corso il follow-up dei pazienti, previsto sino all’età scolare.
I risultati hanno mostrato che gli episodi di intolleranza alimentare erano 2.5 volte inferiori nei soggetti che assumevano il prodotto sperimentale a base di latte d’asina. In particolare, sono risultati ridotti gli episodi di vomito e di ristagno biliare, un fenomeno indice di malfunzionamento intestinale, caratterizzato da presenza di bile nello stomaco.
Questi risultati sono di particolare interesse poiché il raggiungimento precoce di una completa alimentazione per via orale costituisce uno degli obiettivi chiave nell’assistenza dei prematuri, non solo per lo stato salute a breve termine, ma anche per un favorevole decorso ospedaliero ed un più precoce ritorno a casa.
Latte d’asina
L’allevamento delle asine da latte è una realtà di nicchia. Tuttavia, la densità dei capi e dei relativi allevamenti é aumentata negli ultimi 10 anni. La quantità media di latte ottenibile da un’asina è molto scarsa, se paragonata alla produzione delle bovine da latte, essendo pari a circa 2-3 kg al giorno in relazione al numero di mungiture effettuate ed alla taglia dell’asina. Tuttavia le sue potenzialità di utilizzo sono sempre più riconosciute dalla comunità scientifica per l’alimentazione in alcune situazioni cliniche particolari, quali le gravi allergie alle proteine del latte bovino in età pediatrica.
Inoltre, grazie all’elevato contenuto in lisozima, una proteina ad azione antiinfiammatoria e antimicrobica, ed al favorevole profilo di grassi, ricchi in PUFA, il latte d’asina trova applicazione per la formulazione di prodotti cosmetici.