Politica - 01 dicembre 2018, 18:02

Caso Agess: "Regione dacci i soldi, o ricorriamo al Tar"

L'Unione montana del Pinerolese attacca sul debito, ma crescono i mugugni delle altre Unioni e Cinque Stelle rimpolperanno l'esposto

Caso Agess: "Regione dacci i soldi, o ricorriamo al Tar"

 L’Unione montana del Pinerolese chiede alla Regione un ristoro per il “caso Agess” e se non riceverà risposta entro trenta giorni, ricorrerà al Tar. La decisione è stata presa martedì sera nel Consiglio dell’Unione che raggruppa i Comuni della Val Pellice e San Pietro Val Lemina.

Un passaggio che si poggia su due articoli della Costituzione, ma che ha riacceso la polemica con il Movimento Cinque Stelle valligiano, che da sempre punta il dito contro questa vicenda complicata e costosa per le casse pubbliche.

Un passo indietro per inquadrare la questione. L’Agess era l’Agenzia che doveva promuovere lo sviluppo in Val Pellice, con buona parte delle quote in mano alla Comunità montana di allora. Nel 2005 l’Agenzia fallisce e si apre una procedura di liquidazione, che non è ancora chiusa oggi. Nel frattempo, però, ci sono stati dei cambiamenti nell’organizzazione degli enti sovracomunali.

Prima, tre Comunità montane si sono fuse in una “super” Comunità montana del Pinerolese che ha ereditato la patata bollente dell’Agess e, poi, quest’ultima l’ha passata alle Unioni che sono nate dai Comuni che ne facevano parte (Unione montana del Pinerolese, Unione montana dei Comuni delle Valli Chisone e Germanasca, Unione Pedemontana del Pinerolese e Unione montana dei Comuni olimpici Via Lattea).
Lo strascico che oggi fa discutere è legato a un prelievo disposto dal Tribunale di Pinerolo di 2.288.000 euro su richiesta del Fallimento Agess. Quella cifra è stata prelevata dai fondi per i Pmo, che erano nelle casse della “super” Comunità montana di allora.

I Pmo (Piani di manutenzione ordinaria) sono interventi di manutenzione del territorio, i cui fondi provengono da una percentuale applicata alle bollette dell’acqua dall’Autorità d’Ambito Ato 3. L’Ato, nel 2016, ha richiesto alle Unioni, eredi della “super” Comunità montana, di rendicontare entro fine dicembre 2018 i lavori svolti dal 2003 al 2013, altrimenti avrebbe subito un grosso taglio dei contributi: dal 5 al 3% del prelievo sulle bollette, per i prossimi dieci anni. I Comuni quindi avrebbero patito una riduzione di svariate milioni di euro, in zone dove la manutenzione del territorio è essenziale per scongiurare disastri.

Dopo un lungo confronto con la Regione, le Unioni sono arrivate a un’intesa con l’Ato3 per rientrare, per il momento, del 60% del debito legato al “caso Agess”: il 13 dicembre 2017 è stato ratificato l’impegno di spalmare 1.373.011,74 euro nei dieci anni a venire, così non ci sarebbe stato un taglio dei fondi Pmo.

La torta del debito è stata così ripartita: 784.385,96 la Val Pellice, 325.155 le Valli Chisone e Germanasca, 245.701,43 la Pedemontana e 17.769,35 la Via Lattea. In sostanza sono le Unioni a farsi carico dei costi delle manutenzioni già svolte e non ancora liquidate, come di realizzare quelle ancora da fare e pagarle.

Un bel salasso per le casse pubbliche a cui l’Unione della Val Pellice ha risposto con una richiesta di “ristoro” alla Regione: “Quando ci sono state assegnate le funzioni della Comunità montana precedente, non ci sono stati dati i soldi per ottemperarvi. Ma la Costituzione prevede che per ogni trasferimento di funzioni ci sia una copertura” spiega presidente dell’Unione Duilio Canale (sindaco di Luserna San Giovanni). “Se la Regione non risponderà entro 30 giorni, ricorreremo al Tar – prosegue Canale –. Non è detto che otterremo qualcosa, ma è un atto dovuto”.

La delibera è passata con la sola astensione del consigliere di minoranza di Bricherasio Mauro Falco, mentre Rosanna Vecchietti (consigliere M5S, all’opposizione a Torre Pellice) è uscita dall’aula, contestando i tempi con cui è stata presa questa decisione: “Prima di fare l’accordo con l’Ato 3 avevamo proposto di fare un esposto alla Procura della Corte dei Conti, ma la nostra proposta non è stata accolta. Mi sembra che questa delibera arrivi fuori tempo massimo”.

Ma i Cinque Stelle non intendono desistere e pensano di integrare l’esposto che hanno presentato autonomamente alla Procura generale della Corte dei Conti.

Su questa vicenda complicata, però, sorge ancora un interrogativo. Come mai l’Unione montana del Pinerolese ha intrapreso l’azione di chiedere un “ristoro” alla Regione senza coinvolgere le altre Unioni, che peraltro mostrano diversi segni di malumore? “Ho seguito il consiglio del nostro segretario Matina – risponde Canale –. Ma se l’esito della nostra battaglia sarà positivo, le ricadute toccheranno anche le altre Unioni”.

Marco Bertello

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di TorinOggi.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

SU