Il 2018 si avvia alla chiusura in frenata, facendo un "13" al contrario. Lo rivela l'ultima edizione dell'indagine condotta da Unioncamere Piemonte insieme a Confindustria, Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Secondo i dati, il III trimestre dell'anno ha confermato i segni di rallentamento che il tessuto manifatturiero regionale aveva iniziato a mostrare già nella prima parte dell’anno. La crescita media della produzione industriale piemontese nel 2017 si era attestata al +3,6%. Nel corso del 2018 la forza della ripresa produttiva ha perso progressivamente vigore. Al primo trimestre, periodo in cui l’incremento è stato del 2,7%, ha fatto seguito la decelerazione del II trimestre (+1,8%). Nel periodo luglio–settembre 2018 la performance della manifattura regionale è ulteriormente peggiorata, segnando dopo 13 trimestri consecutivi di crescita, il primo dato negativo (-0,2%). La flessione è di lievissima entità: si tratta di una sostanziale stabilità rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, ma era dal I trimestre del 2015 che le imprese manifatturiere piemontesi non registravano un risultato con il segno meno per la produzione industriale.
La scoraggiante performance evidenziata a livello produttivo trova corrispondenza nei risultati poco brillanti mostrati da tutti gli altri indicatori analizzati: piatto il dato relativo al mercato interno (+0,1%), solo debolmente positivo quello riguardante gli ordinativi esteri (+0,9); in media, il fatturato totale delle imprese manifatturiere intervistate cresce solo di un punto percentuale rispetto al periodo luglio-settembre 2017, con la componente estera che registra un incremento dello 0,9%; il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 66,0%.
“In questo trimestre il Piemonte è tornato ad essere fragile - commenta il neo presidente di Unioncamere Piemonte, Vincenzo Ilotte -: dopo più di tre anni di crescita, la manifattura torna ad avere un risultato negativo. Questa inversione di tendenza ci preoccupa, anche perché è legata ad un più esteso senso di incertezza che sta minando la fiducia dei nostri imprenditori e consumatori. La crescita del settore manifatturiero risulta quindi essenziale per il mantenimento occupazionale e competitivo del nostro territorio. A tal proposito, guardiamo con favore alla volontà da parte di Fca di continuare ad investire sul nostro territorio”.