Attualità - 20 dicembre 2018, 07:00

Lotta alle discriminazioni, Regione e Città metropolitana mettono in campo una rete di 52 punti di sostegno

In tutto il Torinese si attivano luoghi di informazione e aiuto. "La differenza è un valore e non un elemento di penalizzazione"

Lotta alle discriminazioni, Regione e Città metropolitana mettono in campo una rete di 52 punti di sostegno

Ben 52 punti informativi sul territorio di Torino e provincia, per combattere le discriminazioni sul territorio metropolitano. Con questo progetto, le istituzioni mettono nuovi strumenti a disposizione della collettività per combattere fenomeni odiosi, ma ancora diffusi nella nostra quotidianità. Da quelli che colpiscono il mondo LGBT alla salute di genere, così come rom, sinti e camminanti.

"Un lavoro che va oltre il colore politico e che punta al bene comune, il vero fine ultimo della politica", commenta la consigliera di Città Metropolitana Silvia Cossu. "La nostra non è solo una legge manifesto, ma un impegno concreto che porti tutti a operare nella stessa direzione", concorda l'assessore regionale Monica Cerutti. "E si affianca ai garanti e alle altre figure di tutela che già compongono la Rete a livello territoriale. Sia a livello regionale, che attraverso collegamenti sui nodi provinciali".

E in questo ambito molto è stato puntato sulla formazione degli operatori. "Perché - dice ancora Cerutti - esiste un fondo per sostenere iniziative di tutela, anche attraverso avvocati, ma non sempre è facile procedere in questo senso, così come spesso si fa fatica a fare sapere che esistono certi strumenti".

Enti di formazione, centri per l'impiego, Comuni, enti ecclesiastici, cooperative sociali e molti altri ancora. La rete dei 52 punti di sostegno è molto variegata, oltre che distribuita sul territorio. Una copertura che vuole includere tutte le aree del territorio e che vede ciascun punto impegnarsi in diverse attività. Dalla diffusione di informazioni su come funziona la rete alle regole e le risorse messe a disposizione dalla legge. Ma anche l'ascolto e il riconoscimento di situazioni a rischio.

E nelle attività di diffusione e promozione delle azioni messe in atto, ogni anno ciascun punto organizzerà un evento per fare in bilancio di quando è stato fatto. Le prossime tappe della rete punteranno a consolidare la formazione degli operatori, con momenti interni o esterni. Il tutto tenendo come stella polare il sostegno delle vittime nel percorso di riconoscimento delle discriminazioni.

"Perché le differenze non devono essere motivo di penalizzazione, ma vanno tutelate come un valore - conclude la Cerutti - anche quando l'impressione è che sia dominante un pensiero diverso da questo".

Massimiliano Sciullo

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