Poteva iniziare meglio l'anno calcistico in Prima Categoria girone D: subito una rissa sul campo del Collegno Paradiso che ha portato alla sospensione la partita contro il Bussoleno Chianocco al 92'. Dopo l'1-0 dei locali, segnato al 90', il giocatore collegnese Max Alfano - che sarebbe stato provocato tutta la partita secondo il Paradiso - ha scatenato la sua rabbia con un'esultanza sfacciata di fronte agli avversari.
Apriti cielo. E' scattato subito il cartellino rosso per lui e per un giocatore del Bussoleno Chianocco, ma i due una volta arrivati negli spogliatoi sarebbero venuti alle mani costringendo i compagni di squadra e dirigenti a lasciare le panchine per separarli. Ecco perchè il gioco, dal momento del gol, non è mai ripreso: triplice fischio arbitrale per la sospensione anticipata del match, al 92' invece che al 95', e tutti a casa in quanto per il direttore di gara non sussistevano le condizioni per proseguire.
Dopo il pensiero del mister collegnese Michele Bonafede (rileggilo: clicca qui) oggi parola al presidente del Bussoleno Chianocco Massimiliano Rossero: "Innanzitutto voglio sottolineare che non vogliamo e non possiamo passare per i cattivi di turno. Se è finita così le responsabilità sono di tutti. Dalle mie informazioni al giocatore Max Alfano non sono mai state rivolte frasi razziste, anche perchè noi stessi abbiamo in rosa giocatori originari dell'Africa e dalla panchina io stesso le avrei sentite. In più l'arbitro fino all'89' ha tirato fuori pochissimi cartellini, quindi è stata una partita maschia ma molto corretta. E' un peccato che in un minuto tutto sia cambiato e si sia rovinato oscurando il resto. Il Collegno Paradiso è una squadra più tecnica di noi, ma c'era la soddisfazione di aver tenuto testa per 89 minuti con molte assenze".
Ancora Rossero: "Non può esserci un solo colpevole. Quando abbiamo sentito le grida negli spogliatoi la panchina del Collegno Paradiso si è lanciata di corsa per andare a vedere cosa stesse succedendo e poi, naturalmente, si sono mossi anche alcuni nostri giocatori. Tra chi forse ha provocato, chi ha reagito, chi ha lasciato il campo, è difficile adesso dire che la colpa è solo di un giocatore o di una società. Di certo noi non abbiamo fatto alcuna caccia all'uomo e, ripeto, se così fosse stato non mi spiegherei i pochi cartellini sventolati dall'arbitro. D'altro canto penso che se il Collegno Paradiso non avesse lasciato in massa la panchina ed il campo avrebbe vinto la partita tranquillamente e qualcun'altro avrebbe diviso i giocatori che probabilmente erano venuti alle mani. Inoltre voglio ancora sottolineare che è assolutamente falso il fatto che la nostra società potesse premeditare una rissa per far perdere a tavolino il Collegno Paradiso. Come si può pensare una cosa del genere? Come si possono prevedere le reazioni o non reazioni dei giocatori? E soprattutto, chi può credere che una società come la nostra possa pensare ad una cosa così sleale? Noi non siamo fatti così".
Eppure ci sono stati anche degli episodi positivi, durante e dopo la partita, come sottolineato ieri da Bonafede. Rossero: "Scappaticci, il nostro portiere, nel finale ha ammesso di aver toccato un pallone e ha segnalato all'arbitro un corner per gli avversari, non rilevato in precedenza, con grande sportività. Poi devo anche dire che dopo il grande caos ho preso un caffè con l'addetto al campo del Collegno Paradiso. Abbiamo cercato di raffreddare gli animi".
Chiude Rossero: "Accetteremo il verdetto del Giudice sportivo, qualunque sia. Dispiace molto tutto ciò che è successo perchè di certo non fa bene al calcio".
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