La capogruppo comunale del M5S Valentina Sganga dice no, a nome anche del gruppo consiliare, al referendum su Tav "con un'analisi costi benefici negativa".
L'esponente pentastellata sottolinea come nel testo del contratto di governo tra Lega e grillini "la parole referendum non c'è. Questo - puntualizza la capogruppo - chiude la discussione su questa ipotesi, almeno per noi a Torino".
"Non si tratta nemmeno di Tav o NoTav, - spiega Sganga -, ma di un principio razionale perché non avrebbe senso sottoporre a un referendum un'opera che si è già deciso di ridiscutere".
"Il contratto di governo - precisa l'esponente grillina - prevede il verbo “ridiscutere” laddove si affronta il punto divisivo del Tav. L'unica revisione possibile è l'eliminazione del tunnel di base." Per il gruppo consiliare del M5S di Torino "di fronte alla spinta dei favorevoli all'opera, il governo - anziché un referendum - crei un nuovo progetto privo del tunnel di base in essere".
"Il M5S - aggiunge Sganga - crede nella valorizzazione dell'esistente, e non esiste “esistente” che non possa essere ammodernato. Quindi il tunnel storico, adeguatamente potenziato, è la nostra soluzione".
La capogruppo comunale grillina evidenzia come nelle "urne il Movimento 5 Stelle, che da sempre è No Tav e non smetterà di esserlo per compiacere la Lega, è stato il più votato mentre quei partiti che ora si nascondono dietro la foglia di fico del progresso e di una presunta volontà di dare la parola al popolo hanno subito un tracollo".
Da Palazzo Chigi, durante una conferenza stampa, anche il Premier Giuseppe Conte allontana l'ipotesi di una consultazio
ne: "La mia personale valutazione è che di referendum sulla Tav non ha senso parlarne ora, qualsiasi referendum non deve esprimersi su reazioni emotive, ma deve muovere da un consenso informato".
"Aspettiamo le valutazioni definitive dell'analisi costi-benefici, il Governo non si sottrae a una valutazione di sintesi politica. Poi, se ci sarà un'istanza, non vedo negativamente l'istituto referendario".
"Se dei tecnici ci dicono che quell'opera non sta in piedi, ditemi che senso ha fare quell'opera". Questo, infine, il commento del vicepremier Luigi Di Maio. "Io credo che dobbiamo essere anche molto lineari - aggiunge - la soluzione migliore è la più semplice. Se c'è un'analisi e ci dice, quando la pubblicheremo vedremo, se ci dirà che non sta in piedi si blocca il processo di costruzione, poi tutto quello che verrà dopo si vedrà".