Dopo giorni di polemiche, petizioni e dichiarazioni urlate sui giornali e nelle aule, è il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino a voler fare chiarezza sul destino del Parco della Salute e in particolare di realtà come Regina Margherita e Sant'Anna. Parole soppesate, ma che incidono come un bisturi. "È falso che il brand Regina Margherita venga sacrificato. Semmai bisognerà trovare come valorizzarlo nel contesto del Parco della Salute. E lo stesso vale per il Sant'Anna. Ed è falso che si ricoverino i bambini al fianco degli anziani".
E ancora, quasi senza prendere fiato. "È vero invece che si fa un nuovo ospedale e che quindi la sommatoria dei posti letto dei tre ospedali di partenza potrebbe non essere uguale alla somma dei posti letto che ci sono oggi. Ma è l'obiettivo che vogliamo perseguire: non ridurre per ridurre e fare cassa, ma costruire un ospedale che guardi più a innovazione, tecnologie e nuove frontiere piuttosto che i posti letto. E se l'ho capito pure io, che la medicina evolve verso tecnologie e che riduce i posti letto ridistribuendoli, tutto il resto si commenta da sé. Anzi, alla fine i posti letto potrebbero essere anche di più, se lì si considera nella loro collocazione territoriale e secondo le diverse complessità".
"Non è una risposta a un'iniziativa di campagna elettorale, per quanto vergognosa essa sia - affonda ancora il governatore -. Quando si usano i bambini e le legittime preoccupazioni delle famiglie, non si può definire diversamente. Ma siamo in un'epoca in cui si fanno le sfilate in divisa al rientro dei delinquenti dall'estero". "Quella del Parco della salute è una delle sfide più strategiche per il nostro territorio, per essere all'avanguardia nella cura delle persone di tutte le età, ma anche per essere attrazione di investimenti e di energie giovani. Altrimenti tanto varrebbe tenere tutto com'è, con gli stessi posti letto e usando i soldi solo per fare manutenzioni a corto respiro. Ma sarebbe una sconfitta per la città e il territorio".
Al fianco di Chiamparino c'è Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità. "Mi sono chiesto perché, dopo un discorso lungo 15-20 anni, certi discorsi arrivano proprio ora, alla vigilia del via alle gare d'appalto e con i finanziamenti già stanziati". "È l'ultimo tentativo di un mondo sconfitto in questi anni e che cerca ancora di dire qualcosa senza aver più nulla da dire, ora che siamo fuori dal Piano di rientro e ai vertici italiani per i maggiori parametri di Sanità, servizi e costi compresi".
"Quando siamo partiti con Parco della Salute - ha aggiunto Saitta - siamo partiti dalle nostre eccellenze sul territorio. Da Molinette a Sant'Anna, dal CTO al Regina Margherita e fino ai trapianti. Noti a livello nazionale, nonostante strutture anche vetuste nei quattro maggiori ospedali. Sarebbero serviti 366 milioni per la loro messa in sicurezza, con 20 milioni all'anno per la manutenzione e altrettanti per i costi di gestione. Risorse gettate dalla finestra invece che usarle per curare i pazienti perché non si è mai fatta una scelta. Sì è rinunciato per incapacità e negligenza". "E chi dice che ha scoperto di recente chissà che cosa, sappia che tutti i dati, gli studi e i quaderni sono sempre stati disponibili e noti a tutti".
"Non abbiamo venduto e non vogliamo vendere la sede del Regina Margherita o quelle del CTO o del Sant'Anna - dice ancora Saitta -. Lo sa perfettamente anche il vicesindaco di Torino che ci ha ricevuto e cui abbiamo descritto le nostre intenzioni. Abbiamo sempre detto che vogliamo utilizzare quelle aree in maggior parte per finalità sanitarie. E non abbiamo fatto questa operazione per fare soldi, tanto che non compaiono sul quadro economico. È tutto scritto. Pagina per pagina. Il resto sono opinioni di chi vuole contrastare il Parco della Salute".
"Non siamo sprovveduti - conclude l'assessore -. È un tema che portiamo avanti da anni. E sui posti letto mi sento di dire che se ci rassegnassimo all'idea che la medicina non si è evoluta avremmo ospedali sovradimensionati. Invece i giorni di degenza si stanno riducendo. E quando si programma qualcosa di così importante sul territorio bisogna guardare in prospettiva. Senza pensare che bisogna fare così perché si è sempre fatto così".
"È importante che la comunità scientifica si faccia sentire su questo tema" conclude Chiamparino. "Non è un semplice duello politico che si risolve a colpi di volantini. È un grande progetto complessivo che ha bisogno di anima ed emotività. Deve essere un progetto in cui ci si deve identificare come territorio e comunità. Per tornare a camminare con la testa più alta e le spalle meno chine".