Attualità - 25 gennaio 2019, 08:00

Racconti dal mondo di "Novantesimo minuto"

Nostalgia e ricordi di un'epoca in cui si giocava in contemporanea su tutti i campi, alla faccia della tv

Racconti dal mondo di "Novantesimo minuto"

Se penso a Genoa-Milan alle 15 di lunedì pomeriggio, non può non ritornarmi in mente ‘Tutto il Calcio minuto per minuto’. Fosse solo per l’orario emblematico. 

Bei tempi, non solo per l’allora giovinezza, ma per quei pomeriggi passati con la radio attaccata all’orecchio. Siano stati sulle gradinate di una Curva, nel soggiorno di casa o sulle panchine di un giardino, l’ansia e la speranzosa attesa per il boato del pubblico dagli altri campi, frammisto al gracchiare dell’apparecchio, era andrenalina allo stato puro. 

Si giocava in contemporanea da tutti i campi, alla faccia della Tv, ancora provvista di tubo catodico. 

Il fischio d’inizio decretava l’apertura della contesa, dal Comunale al San Paolo, e potendo osservare la penisola dall’alto, si sarebbe assistito a fine partita, a un brulicare di gente che usciva in massa dagli stadi di ogni città. 

Tutti di corsa a casa, onde evitare di perdere ‘90’ Minuto’, il vero cult pallonaro della domenica. Per i ritardatari, l’ultimo treno era ‘La Domenica Sportiva’, a meno che la sintesi delle 19 non riguardasse la propria squadra del cuore. 

Emozioni difficili da trasmettere oggi, dove regna la società dell’immagine, con Calcio in ogni dove, onnipresente e televisivamente presente nella nostra vita. 

Chi c’era ricorderà, con nostalgia. 

Quelli venuti dopo potranno forse immaginare, ma mai percepire appieno. 

Sensazione forse comune a tutti, che il Calcio fosse ‘altro’. 

Sempre ‘tutto’, per buona parte degli italiani, ma ‘diverso’. Alcuni obbietteranno forse che allora faceva meno schifo. 

Sarà la Storia a decretarlo. 

Beppe Franzo

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