Attualità - 26 gennaio 2019, 12:51

Anno giudiziario a Torino: il pg Saluzzo attacca il ministro Bonafade sui migranti

"Stupisce non sentire la sua voce". Poi sulla 'ndrangheta: "L'atteggiamento delle persone aiuta la criminalitá"

Anno giudiziario a Torino: il pg Saluzzo attacca il ministro Bonafade sui migranti

Migranti, 'ndrangheta e prescrizione. Sono i tre temi che hanno caratterizzato l'inaugurazione dell'anno giudiziario, dove il procuratore generale Francesco Enrico Saluzzo ha vestito i panni dell'arciere scoccando frecce contro il ministro della Giustizia Bonafede, accusato di non aver fatto sentire la propria voce sul tema relativo ai migranti, e ai cittadini, colpevoli di sottovalutare, nonostante i recenti fatti di cronaca, il fenomeno 'ndranghetista. 

Ad aprire gli interventi, come da consuetudine, è stato il presidente della Corte d'appello di Torino, Edoardo Barelli Innocenti, che ha parlato di prescrizione. "Il costo economico dei circa 130.000 procedimenti che ogni anno sono conclusi con la declaratoria di estinzione del reato per intervenuta prescrizione è enorme, non sopportabile da una societá che si dica civile. Noi giudici d'appello chiediamo di essere messi nelle condizioni di lavorare serenamente, senza l'assillo dell'arretrato e della prescrizione, perchè il nostro è un lavoro delicato che impone serie riflessioni. Questo è il vero scandalo della giustizia italiana, questo è il vero oltraggio alla Costituzione!".

Alla cerimonia ha preso parte anche Piercamillo Davigo, membro togato del Csm, che ha puntato il dito contro le sanzioni dirette ai magistrati. "Hanno quindici volte piú sanzioni dei colleghi francesi. Nella maggior parte dei casi, peró, i ritardi nei depositi dei provvedimenti riguardano i magistrati che lavorano di piú degli altri e che si ritrovano per questo esposti a procedimenti disciplinari. Dovremmo fare come in ambito militare - aggiunge il magistrato - dove solo in casi ridotti si ricorre allo strumento disciplinare. Nella situazione della giustizia italiana a me sembra che è come contestare di avere le scarpe slacciate a chi è sopravvissuto alla tsunami. Per questo esprimo la mia comprensione a chi paga i prezzi una disorganizzazione dell'apparato giudiziario, che non è non è imputabile ai magistrati". 

La parola è poi passata al pg Saluzzo, che sulla presenza conclamata della 'ndrangheta nelle regioni del nord Italia, con particolare riferimento al Piemonte e alla Valle d'Aosta, ha detto: "Quel che mi preoccupa è la persistente sottovalutazione del fenomeno che si coglie nell'opinione pubblica. Questo atteggiamento negativo ha aiutato e aiuta le organizzazioni mafiose.  Non basta la risposta giudiziaria che la Dda della Procura di Torino ha espresso in maniera esemplare - ha aggiunto.Saluzzo - occorre una presa di coscienza e un atteggiamento di ripulsa e di rigetto delle persone, delle comunitá e delle istituzioni. Talvolta lo si fa in maniera flebile e insufficiente - conclude il pg - non v'è  settore geografico del nostro distretto nel quale non si sia registrata e accertata la presenza di insediamenti di "ndrangheta con costituzione di organismi tipici".

Poi, parlando di migranti, la stoccata al guardasigilli Alfonso Bonafede: "Stupisce che non si sia sentita, se non a loro tutela, quantomeno per ristabilire equilibri costituzionali e istituzionali, la voce del ministro della Giustizia, il nostro ministro. V'è forse una consegna di non nominare mai la magistratura? Potrei dire che la pietá è morta, ma quel che piú mi preoccupa è che mi sembra che si stia affievolendo anche la cultura dei diritti primari, soprattutto degli ultimi. E ancora piú mi preoccupa che la ragione e la discussione non sia affermata e affrontata con la pacatezza necessaria alle istituzioni ma con grida, dileggiamenti, quando non insulti. Con scarsissima reazione dell'opinione pubblica. I magistrati che si occupano di queste vicende - ha concluso il pg - primi e veri bersagli degli attacchi, subiscono silenziosamente, come è loro dovere, ma qualche voce si deve levare".

Marco Panzarella

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