Il 14 dicembre 2018, le OO.SS. sono venute a conoscenza della re-internalizzazione del servizio socio assistenziale sanitario da parte della società La Trinitè, e a quella data impiegate dalla Cooperativa Kursana Piemonte presso la RSA "La Trinitè" di Via Amerigo Vespucci 33.
Il servizio della RSA era stato esternalizzato a gennaio del 2018, con tutte le garanzie previste dalla normativa in vigore, e affidato alla Cooperativa Kursana. La decisione di reinternalizzare è avvenuta a meno di un anno di distanza senza alcuna comunicazione alle OO.SS., mentre la società ha cominciato a chiamare il personale per firmare i contratti di assunzione in modo obbligato (ossia con minaccia di non assunzione), saltando quindi il passaggio dovuto di sottoscrizione di un accordo sindacale contenete le garanzie previste dalle norme contrattuali e dalla legge.
I contratti proposti ai dipendenti presentano clausole peggiorative: riduzione del monte ore settimanale, periodo di prova, trattamento economico progressivo, annullamento degli scatti di anzianità maturati. Inoltre 3 dipendenti in stato di gravidanza o infortunio non sono stati riconvocati.
Il 27 dicembre le rappresentanze sindacali hanno incontrato la società e la cooperativa tentando una mediazione, ma la proposta di sottoscrivere un verbale che contenesse le tutele previste è stata rigettata dalla Trinitè. Il 28 dicembre i lavoratori hanno dunque dichiarato lo stato di agitazione.
Il 9 gennaio si è svolto un incontro con la società presso la Prefettura, ma anche questo tentativo di conciliazione non è andato a buon fine: su 36 lavoratori 19 hanno avuto una riduzione delle ore di lavoro e due lavoratrici non sono state assunte (una nel momento del passaggio era in malattia, l'altra in maternità facoltativa), tutti gli altri sono stati assunti con contratto ex nuovo, con le conseguenze corrispondenti.
“Si parla di una RSA con una capienza di 104 ospiti, che non giustifica in alcun modo una riduzione di orario - dichiara il Capogruppo di LeU Marco Grimaldi - Come ha sottolineato il sindacato, l’azienda non ha rispettato i termini del contratto collettivo nazionale e del Codice Civile, il che corrisponde a tutti gli effetti a un comportamento antisindacale. A questo punto penso che la Regione, insieme al Direttore dell’ASL di Torino, debba intervenire e convocare la Trinitè affinché rispetti i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, anche perché lo stravolgimento nell'organizzazione del lavoro non permette una normale continuità assistenziale e dunque compromette i Livelli Essenziali di Assistenza”.