"Considero incoraggiante il risultato del centrosinistra, vincente quello del centrodestra e deludente quello dei 5 Stelle". Così il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino commenta l'esito del voto in Abruzzo, che ha visto trionfare il candidato della coalizione del centrodestra Marco Marsilio.
Il Carroccio diventa il primo partito della regione del centro Italia con il 26% dei voti, mentre i grillini scendono al 18%. A chi gli domandava se l'esperienza del centrosinistra abruzzese potesse essere un esempio per quello piemontese, il governatore ha replicato: "Non so come fosse confezionata la coalizione di Legnini, ma mi sembra però che siano le stesse condizioni. Un asse del presidente - ha spiegato Chiamparino - attorno al quale ci sono liste civiche, rappresentanze locali e partiti con dimensione nazionale".
A commentare le parole del Presidente della Regione è il capogruppo comunale della Lega, Fabrizio Ricca: "Se Chiamparino è felice per il risultato delle regionali in Abruzzo, figuratevi noi. Ci fa piacere - prosegue l'esponente del Carroccio - che il presidente uscente della Regione Piemonte stia iniziando ad abituarsi all'idea di fare le valigie e lasciare la guida di un territorio che ha amministrato per anni in modo inconcludente".
Secondo Paolo Furia, segretario regionale del Pd in Piemonte, "le elezioni regionali in Abruzzo ci consegnano tre insegnamenti: il centrodestra se unito è forte. Oggi l'agenda la detta la Lega, al punto di essere invertiti i rapporti di forza cui eravamo abituati nella Seconda Repubblica tra Berlusconi e Bossi".
"Secondo: il Movimento 5 Stelle si sgonfia rapidamente (nel 2018 prese il 39,86%, nel 2019 prende il 19,7%) perché è un contenitore privo di identità, nato solo per contenere e rilanciare la protesta, ma è un vero e proprio disastro alla prova del Governo. Le analisi dei flussi elettorali ci diranno verso dove sono andati alcuni elettori 5 stelle, ma possiamo presumere che quelli "più di destra" sono tornati a votare destra e qualcuno "più a sinistra" è tornato a votare sinistra".
"Terzo: il centrosinistra (nel 2018 prese 17,61%, nel 2019 prende il 31,3%) è il vero competitore del centrodestra. Se da una parte è vero che una forte componente civica aiuta a tenere vivo il centro sinistra, dall'altra è evidente che la debolezza del Partito Democratico nuoce a tutta la coalizione".
"Un Partito Democratico più forte, rinnovato nei metodi e nelle persone, più umile e più dialogante, non solo dedito alle dinamiche interne ma attento e presente nella società, può fare la differenza. Sta dunque a noi, anche in Piemonte, accompagnare un candidato forte e credibile, con un Partito forte e credibile".