Cultura e spettacoli - 16 febbraio 2019, 07:27

Subsonica, due giorni di Pala Alpitour a Torino per sentirsi di nuovo a casa: "Vi vediamo in forma, anche quelli più vecchiotti" (FOTO)

Dopo il sold out di San Valentino, anche la seconda data della band torinese ha riempito il palazzetto di piazza d'Armi

Subsonica, due giorni di Pala Alpitour a Torino per sentirsi di nuovo a casa: "Vi vediamo in forma, anche quelli più vecchiotti" (FOTO)

La sensazione deve essere quella che si prova quando si torna a casa: si riapre la porta e si scopre che tutto è più o meno al suo posto. Forse un po' impolverato, ma c'è tutto.

La seconda data al Pala Alpitour dei Subsonica ha trasmesso lo stesso sentimento, a chi stava sopra il palco ("È un po' che non ci vedevamo", dice Samuel dopo qualche brano) e a chi stava sotto. Con qualche chilo in più e qualche capello in meno rispetto alle ultime volte in cui era andato a un concerto di Casacci e compagni, magari con qualche figlio affidato ai nonni per una sera.

Qualcuno, tra il pubblico, i figli se li è pure portati. Come un passaggio di testimone generazionale. Sono gli stessi che, agli occhi di chi suona, non sembrano poi così attempati. "Vi vedo bene, anche i più vecchietti", dice ancora Samuel, che aggiunge: "Ora facciamo le canzoni nuove, spero siate preparati. Non facciamo brutte figure".

E il disco nuovo non tradisce. Meno nei cuori rispetto a quelli degli inizi, ma comunque trascinante e nel solco di quelli più amati. Sono però i brani classici a far alzare in piedi il pubblico, anche quelli seduti nelle zone numerate. Microchip emozionale e Amorematico, i due totem intorno ai quali si è ballato e si balla ancora, nella tribù dei Subsonica. Ma anche una versione tiratissima di Up patriots to arms di Franco Battiato, così lontano ma anche così vicino al modo di fare musica della band che da Torino ha dilagato in tutta Europa. E poi Willie Peyote, rapper torinese ospite d'onore di tutto il tour, che aumenta ulteriormente l'orgoglio sabaudo di chi guarda e ascolta e balla.

Il palco, poi, vale da solo il prezzo del biglietto. Cinque blocchi identici e autonomi che si spostano, si alzano e abbassano per poi ri-allinearsi. Metafora concreta di quello che sono i Subsonica: una band dove il collettivo dà un risultato superiore alla somma dei singoli elementi.

Un'alchimia che, dopo 23 anni di cammino, è tornata al punto di partenza. A casa.

Massimiliano Sciullo

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