Scuola e formazione - 18 febbraio 2019, 10:50

Educatori professionali del Piemonte: “Noi diplomati post 2005 scippati del titolo”

"Rimangono esclusi dal riconoscimento i titoli ottenuti con i corsi di riqualifica regionale finanziati e sostenuti dal 2006 al 2012. Sono coinvolte in questa discriminazione temporale circa 700 educatori professionali"

Educatori professionali del Piemonte: “Noi diplomati post 2005 scippati del titolo”

Un gruppo di educatori ed educatrici professionali del Piemonte ha scritto alla nostra redazione.

“Con la legge di bilancio 2019, tramite il Comma 539 dell’articolo 1 legge 145/2018, i diplomi e gli attestati di Educatore Professionale ottenuti a seguito di corsi regionali o di formazione specifica e iniziati tra il 1997 e il 2000, o comunque conseguiti entro il 2005, sono stati riconosciuti equipollenti al diploma universitario di educatore professionale socio-sanitario”.

“Tale riferimento temporale previsto dal Comma 539 dell’articolo 1 della legge 145/2018 risulta, però, creare diversi problemi in ordine al riconoscimento dell’equipollenza dei titoli di chi ha sostenuto il corso in data successiva al 2005 pur nella medesima identità di organizzazione del corso sia in termini di materie che di ore di tirocinio (circa 1500) che di ore di lezione”.

“In particolare, per quanto riguarda la Regione Piemonte, rimangono esclusi da tale riconoscimento i titoli di Educatore Professionale ottenuti con i corsi di riqualifica regionale finanziati e sostenuti dal 2006 al 2012. Sono coinvolte in questa discriminazione temporale circa 700 educatori professionali”.

“Dovremmo, sempre per la legge finanziaria 2019 e dopo decine di anni di lavoro e tre anni di formazioni, rientrare in una lista speciale dell’albo professionale, che dovrebbe essere istituito entro i primi di marzo, ma che sarebbe rivolto principalmente per chi esercita la professione senza il titolo abilitante”.

“Pur nella salvaguardia occupazionale seppur fragile, vedremmo però così perso il nostro legittimo riconoscimento formativo e la nostra esperienza di anni di lavoro, oltreché una non spendibilità piena della nostra formazione che renderebbe impossibile anche l’eventuale mobilità tra ambiti lavorativi e datoriali”.

“Abbiamo chiesto e ottenuto il sostegno dell’intero Consiglio regionale del Piemonte sulla nostra questione, attraverso l’approvazione di uno specifico ordine del giorno. Stiamo coinvolgendo tutte le forze politiche possibili regionali e nazionali per aiutarci a trovare responsabilmente una soluzione. Un'interrogazione del deputato Borghi al ministro della Sanità Grillo è già stata depositata alla Camera e presto verrà discussa. Noi così rischiamo di essere vasi di cocci in mezzo a vasi di ferro”.

Lettera del Comitato Educatori Piemonte

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