Nuovi problemi all'orizzonte per le Anagrafi di Torino. Secondo Fp Cgil, Uil Fpl, CISL Fp e Csa Regione Autonomie Locali - ascoltati oggi in Comune - sono stati disattesi alcuni dei punti dell'accordo sottoscritto lo scorso 19 ottobre con la Città, nato per risolvere i disagi per operatori e cittadini legati in particolare all'emissione della nuova carta di identità elettronica.
Per smaltire gli arretrati era infatti stato chiesto ai lavoratori, su base volontaria, di fare gli straordinari. Le ore in più, secondo la denuncia dei sindacati, "sono state calcolate ai dipendenti al 50% in busta paga. La restante parte non è stata pagata, ma è stato detto ai lavoratori di recuperarla stando a casa. Questo vuol dire - spiegano i sindacati - che negli uffici si creerà ulteriore sovraccarico per assenza di personale".
Un disagio che si va aggiungere al sotto-organico, che da tempo patiscono le Anagrafi e per il quale Palazzo Civico sembrava aver trovato una soluzione, che purtroppo non ha dato buon esito. "L'Amministrazione - spiegano Fp Cgil, Uil Fpl, CISL Fp e Csa Regione Autonomie Locali - aveva pensato di formare 15 interinali. Purtroppo questo personale aggiuntivo non può avere la qualifica di ufficiale anagrafico, quindi non può lavorare al front office ma solo al back office".
Altro punto critico quello delle nuove carte di identità elettroniche. Dopo trattative i sindacati avevano ottenuto di fissare in 30 minuti il tempo di lavorazione per il documento, contro i 15 proposti inizialmente da Palazzo Civico. Tempi che ora sarebbero però stati ridotti a 20-25 minuti, perché ad ogni dipendente è stato chiesto di produrre giornalmente 15 carte d'identità. Una richiesta giudicata inaccettabile dai sindacati, che probabilmente già la prossima settimana incontreranno nuovamente il Comune di Torino per riaprire la trattativa.
"Ci saranno presto - commenta il capogruppo dei Moderati Silvio Magliano - uscite consistenti tra Quota 100 e Fornero. Gli interinali, di livello B, non possono svolgere tutte le mansioni".
"Dalla Giunta non abbiamo sentito, in Commissione, alcuna idea di come gestire la situazione", conclude Magliano.