"Siamo quelli che non mollano mai. Pensavano di averci seppellito, ma non sapevano che noi eravamo semi, come dice un proverbio messicano". Matteo Renzi sale di buon passo - e quasi in orario - sul palco della Sala Gialla del Lingotto Fiere, dove centinaia di persone lo aspettavano da ore per ascoltare la presentazione del suo nuovo libro "Un'altra strada".
In prima fila, anche l'attuale governatore del Piemonte. "Facciamo un in bocca al lupo a Sergio Chiamparino, che sfiderà l'ala locale dei cialtroni nazionali", dice Renzi, prima di attaccare a testa bassa gli antagonisti politici.
"Con Sergio abbiamo discusso più volte di TAV e confrontandoci abbiamo ridotto il vecchio percorso di circa 3 miliardi - prosegue -. L'analisi costi benefici l'abbiamo già fatta, caro Toninelli. Ma sta accadendo qualcosa di diverso: Salvini sta mollando sulla Tav perché è stato salvato dai Cinque Stelle dal processo e ad andarci di mezzo è il Nord, tutto il Nord. Perché non è solo una questione di Torino e Lione. Dire no alla TAV è fare una battaglia ideologica dopo che i Cinque Stelle hanno perso su Tap, Ilva e Terzo Valico. E quindi l'accordo lo hanno fatto sulla pelle di questo territorio".
"Vedremo se la Lega, che era Nord, vorrà mettere in discussione un'opera così cruciale. Ma ora la TAV sta diventando una telenovela, una barzelletta", conclude Renzi. Prima di passare al libro e ai temi più nazionali. "Siamo alla barbarie, in Italia. Sta succedendo qualcosa di indecente, come il caso del maestro di Foligno che ha umiliato un bambino perché straniero e cui nessuno, al momento, ha detto nulla".
Su Conte: "Dice di essere l'avvocato del popolo, ma in realtà difende ben altri. E quando dice che il 2019 sarà un anno bellissimo, probabilmente si riferiva al meteo".
Infine, una battuta sulla sindaca di Torino: "Questa città nel 2006 ha accettato la sfida olimpica e oggi, a causa di un sindaco come Chiara Appendino, ha rinunciato a riprovarci. E la Appendino è quella brava".
E Renzi parla anche di razzismo: "Chi come la Lega dice che è un emergenza di oggi, non si ricorda che una volta eravamo noi ad andare a New York a chiedere un lavoro. E ci trattavano da sporchi e straccioni. O che morivano a Marcinelle. E qui a Torino vi ricordate bene che, pochi decenni fa, c'erano i cartelli 'Non si affitta ai terroni'. Qui, come nelle altre grandi metropoli italiane".