Attualità - 26 febbraio 2019, 16:28

Torino "coccola" le sue minoranze linguistiche: pronto il progetto 2019 per i Comuni. E Ronco Canavese porta il franco-provenzale a scuola

Energie e idee nuove pure per l'occitano e il francese. Anche se le risorse sono in diminuzione, ma sfruttando i social. "Ma servono strumenti non sporadici: devono avere continuità"

Torino "coccola" le sue minoranze linguistiche: pronto il progetto 2019 per i Comuni. E Ronco Canavese porta il franco-provenzale a scuola

Ai nastri di partenza il progetto 2019 per i Comuni della provincia di Torino che contano al loro interno minoranze linguistiche. Dal francoprovenzale alla lingua occitana, senza dimenticare il francese, non mancano presenze sul nostro territorio, tutelate dalla legge del 1999 che ne riconosce il valore storico e culturale.

Il progetto si svilupperà lungo le consuete linee guida dell’attività degli sportelli (traduzioni per enti pubblici, associazioni e privati e distribuzione di materiale informativo, ma anche raccolta ed elaborazione di fonti orali e scritte), della formazione linguistica (per i dipendenti degli enti pubblici che fanno parte del progetto) e dell’attività culturale di promozione (laboratori di lingua, musica, canto, multimedialità sul territorio in sinergia con gli sportelli).

"Ronco Canavese è riuscito addirittura a inserire tra le materie scolastiche l'insegnamento il Franco provenzale - commenta la Consigliera delegata Silvia Cossu - un ottimo risultato, ottenuto con grande cocciutaggine". E se negli ultimi anni il finanziamento nazionale per i progetti è diminuito, i Comuni sono pronti a fare fuoco con la legna a disposizione, anche sfruttando l'aiuto di nuovi dispositivi come i social.

Tra gli esempi, corsi di Franco provenzale in bassa Val di Susa, ma anche lavori e laboratori legati alle erbe officinali nei parchi dell'alta Valsusa, quasi a scavalco con la vicina Francia. In Valli Orco e Soana sono saliti da 4 a 10 Comuni aderenti alle attività sul territorio. I risultati di quanto messo in campo fin qui sono molto soddisfacenti: "I nostri corsi di lingua stanno funzionando molto bene. Un bimbo romeno, addirittura, è forse il più portato. Ma non dobbiamo pensare che sia un punto di arrivo, ma di partenza", dicono proprio da Ronco Canavese.

"I progetti non possono avere carattere sporadico, ma devono avere continuità - è un'altra delle voci che arriva da questi territori - e si possono creare sinergie con realtà come il Consorzio della Toma di Lanzo per recuperare i nomi originali degli attrezzi usati per la lavorazione".

Massimiliano Sciullo

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