Le cinque ore di vertice sul Tav tra il premier Giuseppe Conte, i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli non sono bastate per decidere l'indirizzo del governo sull'opera, cioè se alla fine prevarrà la linea del sì della Lega o del no del M5S.
È questo il senso del comunicato stampa diffuso questa mattina da Palazzo Chigi. "Sono emerse - si legge - criticità che impongono un'interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell'opera e, se del caso, la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici, originariamente concepita anche in base a specifici volumi di investimenti da effettuare nelle tratte esclusivamente nazionali".
"Saranno necessari -prosegue la nota - ulteriori incontri non essendoci un accordo finale. All'esito del confronto si è convenuto che l'analisi costi-benefici sin qui acquisita pone all'attenzione del Governo il tema del criterio di ripartizione dei finanziamenti del progetto tra Italia, Francia e Unione Europea".
"A distanza di vari anni - continua Palazzo Chigi - dalle analisi effettuate in precedenza e, in particolare, alla luce delle più recenti stime dei volumi di traffico su rotaia e del cambio modale che ne può derivare, sono emerse criticità".
A definire il vertice infruttuoso è stato lo stesso vicepremier Luigi Di Maio, dicendo che non c'è crisi di governo e si riproverà oggi.