Non si è forse sentito il rumore, sovrastato da polemiche di altra natura, ma nel corso del mese di febbraio la Cassa integrazione in Piemonte ha davvero fatto un gran botto. Lo dicono gli ultimi numeri elaborati dall'Ufficio studi di Uil Piemonte, che sottolineano come - a fronte di una crescita del ricorso agli ammortizzatori sociali che in Italia è stata del 91,1% - per la nostra regione l'aumento è arrivato addirittura a un +347,8% rispetto a gennaio.
Una vera e propria esplosione, che ha portato la richiesta di ore oltre la soglia dei 5 milioni (5.052.249 ore, per la precisione) in aumento in tutte le sue forme: +131,1% per la cassa ordinaria, +658,8% per quella straordinaria e addirittura +3.200% per la cassa in deroga, da tempo residuale. Una serie di dati che colloca il Piemonte al terzo posto tra le regioni per ore richieste, alle spalle solo di Lazio e Puglia.
A livello di province, nel confronto tra febbraio e gennaio 2019, l'andamento di crescita record riguarda Torino, con un +531,5%, seguita da Asti +488,9%, Biella +107%, Novara +90,8%, Vercelli +88,3% e Cuneo +20,3%. Le uniche due province in calo risultano essere Alessandria (-40,5%) e Verbania (-47,2%). Proprio la provincia capoluogo, con 4.619.660 ore richieste, si colloca al secondo posto dopo Roma, su scala nazionale.
E a soffrire è soprattutto l'industria, come conferma anche il confronto tra il primo bimestre 2019 e lo stesso periodo del 2018: la crescita in questo ambito è stata del +77%. “Le difficoltà provocate dalla grande crisi sono lungi dall’essere superate - ammonisce il segretario generale di Uil Piemonte, Gianni Cortese -. In particolare, nel mese di febbraio, si è registrato un forte aumento che andrà verificato nello svolgimento dei prossimi mesi, soprattutto dal punto di vista occupazionale. A preoccupare principalmente è l’andamento del settore industriale su cui si concentrano le maggiori richieste. Confermiamo la necessità di apportare correttivi al sistema di ammortizzatori sociali, falcidiato dagli interventi degli scorsi anni, che hanno ridotto i periodi di fruizione e gli importi per i beneficiari".
E non solo: "Servirebbero maggiori investimenti pubblici per la realizzazione di opere utili al Paese - prosegue Cortese - per la modernizzazione e la messa in sicurezza dei territori. Diventa, inoltre, sempre più necessaria una vera riforma fiscale, volta ad alleggerire la pressione su lavoratori dipendenti e pensionati”.