Da un ghigno beffardo ho appreso dell’infortunio a Ronaldo.
Condito da un’ancora più maliziosa e laconica considerazione: ‘Come se a noi si fosse fatto male Belotti’.
Certo! È come se a cena in un ristorante, venissero servite delle uova di Lompo invece del caviale ordinato.
O se al posto della bresaola ci si ritrovasse in tavola del guanciale. Balenerebbe la stessa risposta venuta in mente a me, salvo poi metabolizzare il tutto e sorridere come da prassi e circostanza. È a volte molto più palese uno stridere di denti che un’eruzione di insulti.
Sebbene doverosi e meritevoli.
Eppure quel godurioso, seppur nascosto, atteggiamento condiviso da un numero ragguardevole di tifosi della parte meno titolata di Torino, può diventare un boomerang.
Non già perché può infrangere abitudini decennali di spionaggio dal buco della serratura e eludere rituali di sfregamento delle partite pudiche, ma perché è un impercettibile, seppur nascosta, enfasi psicologica alla Carica. Infusa a una Squadra che, qualora il portoghese non potesse essere in campo ad Amsterdam, dovrà aggiustarsi da sola. Credendo nei propri, per altro imponenti, mezzi.
Seppure i nomi di tanti giocatori siano scomparsi dalle maglie dei tifosi, divenuti un esercito di Ronaldo affollanti lo Stadium, lo stimolo di dimostrare a tutti la non totale dipendenza dal Fenomeno, è alto.
Sprigiona una forte carica emotiva.
Lo stimolo, la ‘motivazione’ per surclassare gli effervescenti olandesi e proiettarsi a giocarsi il trono dell’Europa.
Penso a Gandalf del ‘Signore degli Anelli’:
‘Anche la persona più piccola può cambiare il corso del futuro…’ e mi torna in mente Padoin, nel ‘Signore degli Agnelli’.
L’Incredibile Mago che fece apparire in bacheca ben 5 Scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane. E ho come una naturale visione. Il signore dal ghigno beffardo mi ricorda Sarumon, del suddetto romanzo.
Non solo per malvagità e doppiogiochismo, ma perché presente nei ‘Racconti Incompiuti’ di Tolkien. Romanzo che appare simile, per tante analogie, alle vicissitudini calcistiche della ‘parte di Torino meno titolata’.
Come per dar luce al romanzo, per dar lustro e risalto al Calcio torinese, ci son volute la mani (e i piedi) di un curatore. A tinte bianconere.
Perché ‘Vittoria e Gloria’ sono termini d’uso comune, ma per qualcuno la realtà è Mai una Gioia.
C’è voluta la Maina per rendere dolci le serate di qualcuno.