Politica - 06 aprile 2019, 12:23

L'Onda arancione sì Tav non riempie piazza Castello [FOTO E VIDEO]

Circa dodicimila manifestanti al culmine del corteo. Molte meno rispetto alle precedenti occasioni

Credit Mario Bongioannini

Credit Mario Bongioannini

 

Sono circa 12mila le persone che questa mattina si sono radunate in piazza Castello, al culmine del corteo Sì Tav che ha preso il via alle 10 da piazza Vittorio. Rispetto alle quattro manifestazioni precedenti si è registrata una partecipazione nettamente inferiore, come ha sottolineato nelle sue parole l'ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino.

"Non sono contento - ha detto Giachino - e sono dispiaciuto: la piazza non era come quella dell'altra volta". "Sarebbe stato meglio - ha aggiunto - mantenere lo spirito della prima manifestazione, cioè quello della società civile. La Torino-Lione rimane l'opera più importante per rilanciare questo paese". La causa che ha portato meno gente in piazza, secondo il sottosegretario, è la politicizzazione dell'evento.

Sul truck allestito - come alla prima mobilitazione - all'angolo tra Palazzo Madama e la cancellata di Palazzo Reale si sono alternati esponenti delle categorie economiche, universitari e operai del cantiere della Torino-Lione attualmente senza lavoro.

Il primo a prendere la parola è stato il Presidente di Api Torino Corrado Alberto, seguito dallo studente del Politecnico Guglielmo. "Il Tav - ha detto il ragazzo - offre la possibilità di rimanere in contatto con i giovani in Europa e lavorare all'estero senza lasciare la città che amo".

Dal palco anche Marta, 23 anni, studentessa di giurisprudenza. “Torino - ha detto - deve essere connessa al mondo con infrastrutture che devono stare al passo con il futuro, per non essere tagliati fuori dall’Europa”. 

Dopo di lei Vincenzo Russo, ex operaio al cantiere del cunicolo geognostico della Maddalena a Chiomonte. "Per realizzare l'opera nei tempi previsti - ha spiegato - abbiamo sopportato grandi sacrifici, risparmiando soldi rispetto al preventivo". "Abbiamo dato - ha aggiunto - l'anima in quel posto. Il 31 maggio 2018 siamo stati tutti licenziati: io oggi sono ancora a casa". "A me, che ho 4 figli, hanno insegnato che l'unico ammortizzatore sociale è il lavoro. Mi auguro che i cantieri ripartano il prima possibile, perché la Tav è indispensabile. Non serve l’analisi costi benefici, basta il buon senso”. Infine Clara, piccola imprenditrice con il sogno di vedere crescere la propria azienda.

Cinzia Gatti

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