In migliaia, per qualcuno forse persino in diecimila, sono saluti a Superga per rendere onore al Grande Torino, a 70 anni dalla tragedia che pose fine alla storia degli Invincibili e diede inizio al mito.
Una fiumana di persone, quasi tutte con qualcosa di granata addosso, che hanno reso persino complicato l'arrivo dei giocatori e dirigenti di fronte alla lapide.
Qui, attorno alle 17.10, il capitano Andrea Belotti ha letto i nomi delle 31 vittime, con un lungo applauso e un grido Toro Toro arrivato subito a suggellare un momento di enorme emozione.
Poi è arrivata la benedizione di Don Riccardo Robella, prima che si liberassero canti e cori.
I più gettonati, oltre ovviamente a Belotti, il tecnico Mazzarri ("Portaci in Europa") e il veterano Emiliano Moretti.
Una testimonianza di affetto e di amore che non conosce tempo, per una squadra che ha fatto la storia del calcio e segnato un'epoca per l'Italia intera.