Al Salone del Libro parla Michela Murgia: "Neofascismo? È già troppo tardi, è sdoganato"

Che il fascismo sia un tema più che mai attuale è cosa nota. I fatti del Salone del Libro, con l’allontanamento dagli stand di Francesco Polacchi e della casa editrice AltaForte, in parte hanno contribuito a portare alla ribalta un tema che nel 2019 continua a dividere e a far discutere.

Il fascismo è un fenomeno storico o un ideologia che trascende la storia e anche la geografia politica europea? A questa e ad altre domande hanno risposto cinque relatori e scrittori d’eccellenza come David Bidussa, Francesco Filippi, Mimmo Franzinelli, Claudio Vercelli e Michela Murgia. Ed è stata proprio quest’ultima, scrittrice e critica letteraria, a esporre al pubblico il suo punto di vista. Un punto di vista pungente, in grado di stimolare inevitabilmente una riflessione: "E' già troppo tardi, ci ritroviamo qui a ribadire l'ovvio ma se è tardi è perché qualcosa è andato storto - spiega Murgia - Il fascismo è abbastanza sdoganato nell'ultimo periodo".

La scrittrice, offesa e presa di mira tra l'altro da Matteo Salvini nelle ultime settimane, spiegato come "il fascismo non è un'ideologia ma un metodo". Un metodo con una sua logica ben precisa. "Tantissime persone negano oggi di essere fasciste, ma poi nel modo di comportarsi e nel metodo con cui affrontano la quotidianità lo sono" è l'analisi di Michela Murgia.

Il dibattito ha suscitato enorme interesse tra i frequentatori del Salone del Libro ed è stato preceduto da una lunga coda fuori dalla Sala Rossa, segno evidente di una necessità del paese di ritornare ad affrontare questo argomento. Senza pregiudizi e senza nascondersi dietro un dito, con consapevolezza e capacità di analisi. A ribadire il concetto che il fascismo è tutt'altro che finito è la stessa Murgia: "Non accetto chi dice che il fascismo è finito ed è solo un tratto storico. E' un metodo che fa ancora breccia e dobbiamo averne la consapevolezza".