Eventi - 27 maggio 2019, 17:01

Il Jazz è morto, ma attorno a lui ha raccolto moltissimo pubblico

Si è conclusa con successo l'edizione 2019 del festival di Arci Torino "Jazz is dead", confermando i riscontri positivi delle due annate precedenti

Il Jazz è morto, ma attorno a lui ha raccolto moltissimo pubblico

Giunto al termine della sua terza edizione, Jazz is Dead, il festival dedicato alle sfaccettature più ardite e sperimentali della musica, conferma il successo e il riconoscimento da parte del pubblico: 7.000 sono i passaggi registrati (nonostante un monsonico weekend) durante i tre giorni della manifestazione, che dal 24 al 26 maggio ha popolato l'ex cimitero di San Pietro in Vincoli di Torino con concerti e dj set. 

 

Gli elementi che hanno segnato questa terza edizione, guidata a livello stilistico dalla scelta del direttore Alessandro Gambo che ha utilizzato le tre dimensioni euclidee per descrivere la suddivisione musicale delle giornate, sono state: partecipazione,  consapevolezza e condivisione

 

 

Con un bagaglio di pubblico che si conferma anagraficamente giovane e cosciente, ma anche esperto e curioso, ciò che è emerso è stata la bellezza: della entusiastica e appassionata partecipazione e delle straordinarie esecuzioni artistiche. Alcuni esponenti della programmazione 2019 si annoverano tra i Maestri - Lino Capra Vaccina, Evan Parker e i The Necks, altri continuano a ben calzare l'attribuzione iconica dello status symbol - Thurston Moore e i The Winstons, altri ancora hanno segnato, segnano e segneranno la strada della sperimentazione coraggiosa, fatta di distorsioni e virtuosismi - Jooklo Duo, Setoladimaiale Unit, Indianizer e Antonio Raia. 

comunicato stampa

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