Giunto al termine della sua terza edizione, Jazz is Dead, il festival dedicato alle sfaccettature più ardite e sperimentali della musica, conferma il successo e il riconoscimento da parte del pubblico: 7.000 sono i passaggi registrati (nonostante un monsonico weekend) durante i tre giorni della manifestazione, che dal 24 al 26 maggio ha popolato l'ex cimitero di San Pietro in Vincoli di Torino con concerti e dj set.
Gli elementi che hanno segnato questa terza edizione, guidata a livello stilistico dalla scelta del direttore Alessandro Gambo che ha utilizzato le tre dimensioni euclidee per descrivere la suddivisione musicale delle giornate, sono state: partecipazione, consapevolezza e condivisione.
Con un bagaglio di pubblico che si conferma anagraficamente giovane e cosciente, ma anche esperto e curioso, ciò che è emerso è stata la bellezza: della entusiastica e appassionata partecipazione e delle straordinarie esecuzioni artistiche. Alcuni esponenti della programmazione 2019 si annoverano tra i Maestri - Lino Capra Vaccina, Evan Parker e i The Necks, altri continuano a ben calzare l'attribuzione iconica dello status symbol - Thurston Moore e i The Winstons, altri ancora hanno segnato, segnano e segneranno la strada della sperimentazione coraggiosa, fatta di distorsioni e virtuosismi - Jooklo Duo, Setoladimaiale Unit, Indianizer e Antonio Raia.