Ci si aspettava più "presente", dalle tracce della prima prova di maturità. E ne sono usciti un po' delusi, i ragazzi del Liceo artistico "Renato Cottini" e dell'Istituto alberghiero "Giuseppina Colombatto", nel quartiere Santa Rita.
Vuoi perché negli ultimi mesi il bombardamento mediatico su grandi fatti di cronaca è stato incisivo, vuoi per la naturale propensione a tenersi informati e continuamente connessi col mondo. Di fatto tanti tematiche ipotizzate - dall'emergenza climatica al disastro del ponte Morandi - non hanno trovato effettivo riscontro nella busta siglata Miur.
Ma è stato comunque stimolante, a detta degli studenti, immergersi nel testo argomentativo tratto da L’illusione della conoscenza di Philip Fernbach e Steven Sloman, che portava a riflettere sul rapporto tra uomo, tecnologia e sviluppi cognitivi nelle società complesse. E, soprattutto, le energie maggiori sono state spese per le tracce sulla mafia, con il brano di Sciascia da Il giorno della civetta e il ricordo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Un mondo, quello della lotta alla criminalità organizzata, che non smette di suscitare interesse e passione, soprattutto ricordando le grandi personalità che ne hanno fatto lo scopo primario nella vita. "Oggi sento il dovere di denunciare l'omertà ancora molto forte", racconta Daniele all'uscita del Colombatto. "Quanto fatto da Falcone e Borsellino è d'esempio anche per il nostro quotidiano".