Ripescato (al posto della Roma) per disputare i preliminari di Europa League, dopo la bocciatura del Milan, per il Toro diventa imperativo centrare la qualificazione alla fase a gironi.
Un cammino che prevede il superamento di tre turni, dovendo scendere in campo tutti i giovedì dal 25 luglio al 29 agosto, con primo impegno (debutto in trasferta, perché a luglio l’Olimpico non sarà disponibile) contro la vincente tra la formazione ungherese del Debrecen e quella albanese del Fk Kukesi, che si sfideranno l’11 e il 18 del mese prossimo. E che può consentire di portare nelle casse un gruzzoletto non trascurabile, per una società di fascia medio-alta come quella granata.
Il Torino incasserebbe 280.000 euro in caso di partecipazione al terzo turno preliminare e 300.000 euro in caso di qualificazione ai play-off. Per le squadre che raggiungono la fase a gironi, poi, i premi iniziano ad essere interessanti. Il solo gettone per la qualificazione vale infatti 2,9 milioni, la vittoria per ogni singola partita 570.000 euro, il pareggio del turno 190.000 euro. Vincere il proprio raggruppamento porterebbe 1 milione, qualificarsi al secondo posto 500 mila euro.
Insomma, poter anche solo raggiungere la fase a gironi vorrebbe dire poter portare a casa come minimo 5 milioni di euro, che tra incassi, premi e l’auspicata qualificazione ai sedicesimi di finale potrebbero portare a raddoppiare questa cifra. A queste cifre legate ai risultati vanno poi aggiunti i soldi del market pool: 85 milioni di euro assegnati sulla base della classifica dei coefficienti di rendimento decennali (in cui il Toro è 117º) e altri 168 milioni di diritti TV assegnati secondo il valore di ciascun mercato televisivo.
Da lì in avanti, poi, i premi si farebbero ancora più interessanti (raggiungere gli ottavi vale 1,1 milioni, i quarti 1,5 milioni, le semifinali 2,4 milioni), ma non andiamo oltre, anche perché di strada da percorrere già così il Toro ne avrà parecchia, senza immaginare quello che potrà eventualmente essere nel 2020, quando inizierà la fase ad eliminazione diretta. Di sicuro andare alla fase a gironi, oltre che rappresentare uno stimolo sportivo, consentirà al Toro di godere di visibilità internazionale e di poter fare un mercato migliore.
Nello scorso campionato Mazzarri ha avuto a disposizione una rosa non troppo ampia, ma adesso con l’impegno in Europa League sarà necessario implementarla, con la speranza di dover giocare giovedì e domenica, in caso di superamento dei preliminari. Un jolly per la difesa, un esterno e un centrale di centrocampo, una punta per rinforzare l’attacco. Questi sono gli elementi che servono per costruire un gruppo in grado di reggere il doppio impegno e ottenere risultati all’altezza delle aspettative di tifosi e società.
Nomi se ne fanno tanti, persino quello del milanista Cutrone per rinforzare il reparto avanzato, mentre sembra solo una suggestione estiva quella di un prestito di Nainggolan, che qualcuno vede in partenza dall’Inter. Al nuovo direttore sportivo Bava il compito di portare a casa i giocatori che servono a Mazzarri, che in questi giorni sta cambiando assieme ai dirigenti il programma del precampionato granata, con il raduno anticipato al 4 luglio e la successiva partenza per il ritiro di Bormio, con la necessità di fare una preparazione che consente alla squadra di arrivare già in buona condizione per il debutto del 25 luglio.
Di certo Massimo Bava non dovrà ripetere gli errori commessi nel recente passato da Petrachi. Il ds della Roma aveva scelto nel 2017 Niang e l’anno scorso Zaza, facendo spendere al Toro una cifra superiore ai 30 milioni per due attaccanti che si sono rivelati un flop. Servono scelte mirate e condivise con l’allenatore per costruire una squadra che sia protagonista in Europa.