«Con la pubblicazione, sul sito del Mipaaft, ministero dell’Agricoltura, del decreto che definisce i requisiti minimi e le modalità previste per la legge recante disposizioni in materia di agricoltura sociale, il settore primario può diventare protagonista di un nuovo modello di welfare, con progetti imprenditoriali dedicati ai soggetti più vulnerabili». E’ il commento di Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino che rimarca la lunga attesa – ben 4 anni – per arrivare alla pubblicazione. Il decreto chiarisce che le aziende agricole in forma singola o associata e le cooperative sociali, il cui reddito da attività agricola è superiore al 30 per cento del totale, possono essere riconosciute come soggetti che erogano servizi di agricoltura sociale.
E aggiunge: «Definerei epocale i contenuti del decreto relativo alla legge 141 dell’anno 2015 sull’agricoltura sociale. Della che riconosce come, nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura, non ci sia solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività, che può essere basato sulla tutela ambientale, sulla difesa della salute, sulla qualità della vita e di valorizzazione della persona. Produzioni ed economia che si ridistribuisce in valore sociale».
«Nella provincia di Torino le aziende che hanno intrapreso pratiche innovative di agricoltura sociale sono cinquanta - spiega Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino -. In questi anni le aziende hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con un target di persone variegato: persone con disabilità psichiatrica e intellettiva; donne vittime di tratta e violenza; ragazzi richiedenti asilo; lavoratori anziani espulsi dal mercato del lavoro; anziani a rischio di solitudine ecc. Molteplici sono stati i percorsi di inclusione realizzati, alcuni dei quali sono sfociati in assunzioni da parte delle aziende coinvolte: 90 soggetti negli ultimi 8 anni. Le sperimentazioni hanno consentito di avviare un lavoro in rete collaborativa con diversi soggetti: gestori dei servizi, enti pubblici, Asl, cooperative sociali e associazioni di promozione sociale».
«Attualmente abbiamo in fase di realizzazione due progetti specifici - prosegue Galliati -. Il progetto SociaLab, finanziato dal programma di cooperazione transfrontaliera 2014-2020 Intereg Alcotra, che vede coinvolta Torino Città Metropolitana, insieme a due partner francesi. Il progetto Moncalieri città Rigenerativa, con cui è stata condotta un’azione di rafforzamento di competenze e informazione agli attori del territorio con la collaborazione del prof. Francesco Di Iacovo dell’Università di Pisa. Con il progetto si stanno accompagnando nuove pratiche di Agricoltura sociale per la città, coinvolgendo i ristoratori e gli attori della filiera per valorizzare il “cibo civile”. Moncalieri ha inoltre inserito le premialità di utilizzo di “cibo civile” in un bando per la gestione di mense destinate ad anziani. Il progetto prevede la collaborazione delle aziende agricole locali con attività sociali realizzate dalla Città per anziani e disabili a rischio di isolamento». Fabrizio Galliati chiude così: «Altri progetti che potranno partire a breve sono quelli candidati sulla misura 16.9.1 del Piano di sviluppo Rurale, destinata a creare reti e sperimentazioni di agricoltura sociale che, attualmente, sono in fase di valutazione».