Il Covid-19 ha costretto l'Italia ad un lockdown della durata di circa due mesi. Durante questo periodo, era vietata l'apertura di qualsiasi attività, eccetto quelle essenziali come alimentari e farmacie. Questo ha coinvolto anche i centri di gambling che ne escono gravemente danneggiati. Gli italiani si sono ritrovati impossibilitati a scommettere anche a causa della chiusura dei campionati sportivi e, per combattere la noia, si sono diretti verso giochi come il bingo o il poker online.
Le cause del disagio italiano
È proprio questa una delle problematiche principali che ha portato in una situazione critica il mercato delle scommesse. D'altra parte, invece, il disagio è apportato dal fatto che le persone che investivano in questo settore non si ritrovano più con la possibilità economica di continuare a farlo e sono costrette a rinunciarvi. Nello specifico, in Italia, la Snaitech, una delle aziende leader del settore, si trova con l'acqua alla gola, dichiarando di aver subito un duro colpo dal Coronavirus e che il rinvio degli eventi sportivi non ha fatto altro che aggravare una situazione già disperata.
I bookmaker si incontrano per trovare una soluzione
Dal momento che la situazione è davvero disperata, dal 27 aprile al primo maggio, è stato indetto un vertice che ha visto coinvolti 140 relatori e 20 delegati dei più importanti bookmaker di tutto il mondo. Le aziende si sono incontrate per discutere su come sopravvivere alla problematica e come affrontare questo periodo in cui è venuta a mancare proprio la materia prima, ossia le competizioni sportive, in particolare quelle di corse automobilistiche/motociclistiche e il calcio, che costituiscono due tra le principali fonti di reddito nel gambling. La soluzione è parsa chiara: investire tutto sul gioco online, sempre usando app per scommesse come SNAI e sulle competizioni virtuali.
Basti pensare che, in un evento come il Grand National di Aintree, gli scommettitori inglesi arrivavano a puntare 250 milioni di sterline, che in euro corrispondono a ben 290 milioni. Durante il vertice, i bookmakers hanno deciso di simularla digitalmente: i guadagni ottenuti dalle scommesse sono stati donati al sistema sanitario per aiutarlo nella lotta contro la minaccia del Coronavirus.
Stesso destino è toccato alle corse dei cavalli che sono state sostituite con corse simulate virtualmente.
I bookmaker hanno, però, dichiarato che queste soluzioni non bastano, dal momento che gli scommettitori sono molto abitudinari, desiderano incitare la loro squadra o il loro cavallo preferito, e parlare ad un sistema digitale o lamentarsi davanti ad uno schermo, non regala loro la stessa emozione di poterlo fare nella vita reale.
Il problema si estende quando si prendono in considerazione i clienti occasionali che magari entravano all'interno del centro scommesse per una partita o due a settimana. Ovviamente, l'attrattiva viene completamente a mancare per questi ultimi.
Presunta riapertura e i dati dei danni economici
Le prime indiscrezioni rivelano che la riapertura dei servizi avverrà intorno al 14 giugno. Anche questo un duro colpo per le aziende, basti pensare che l'anno scorso, nel periodo compreso tra aprile e giugno, gli incassi corrispondevano a ben 2,5 miliardi, guadagno che quest'anno è stato assolutamente nullo. Il danno potrebbe inoltre estendersi anche oltre il periodo di lockdown, arrivando a danneggiare anche gli incassi estivi, che l'anno passato ammontarono a ben 2,5 milioni di euro.
La ripresa sarà lentissima, si calcola che il settore necessiterà di un periodo che va dai 6 ai 9 mesi per tornare in pieno regime. I dati parlano chiaro: il calo è arrivato al 57,6%, la spesa in questo settore è stata di soli 20,9 milioni quest'anno. Se si calcolano sia i sistemi di gioco online che quelli in agenzia, il crollo rispetto al mese di febbraio è stato pari all'88,7%.
L'ippica, un settore che sta soffrendo particolarmente
In particolare, il settore sportivo che più ha riscontrato problematiche dalla situazione di lockdown, è stato quello dell'ippica, ampiamente dipendente dalle scommesse. Elio Pautasso, presiedente di Fedeippodromi, ha dichiarato che il governo non ha delineato alcun provvedimento per la situazione degli ippodromi che, durante il periodo di lockdown, hanno continuato la loro attività prendendosi cura degli animali, sfamandoli e assicurandosi del loro benessere. Lavoro che non basta a portare avanti il business e urge la necessità di riattivare le gare e le relative scommesse.
Continua appoggiando la posizione del sottosegretario L'Abbate dichiarata su un post Facebook, nel quale asseriva la necessità di effettuare una riforma che apportasse una qualche forma di sostegno nei confronti dei lavoratori del settore.
Per incentivare una mobilitazione nella situazione dei centri scommesse, che vessa in una situazione disperata, a Pescara il 20 maggio è stata indetta una manifestazione nei pressi della sede dell'assessorato regionale.
Urge un piano di riapertura per riattivare questo settore che ne è uscito gravemente danneggiato, sia per vie traverse che direttamente. Nonostante le contromisure prese tentando di puntare sulle scommesse digitali, le problematiche non sono state risolte, la riapertura delle gare ippiche potrebbe segnare una chiave di volta ma, anche da questo punto di vista, la strada sembra ancora lunga.
Ci vorranno mesi per riportare tutto alla stabilità, sempre che il numero di contagi continui a diminuire e che il futuro non riservi malaugurate sorprese a riguardo. Nell'attesa, per chi volesse ancora continuare a giocare in tutta sicurezza, le piattaforme online sono ancora attive e rappresentano una valida alternativa per sentire il brivido del gambling aiutando a sostenere il mercato.