Cultura e spettacoli - 19 luglio 2019, 10:35

Torino sbarca sulla Luna 50 anni dopo: da Verne a Chagall, l'astro d'argento in mostra [FOTO]

Inaugurato a Palazzo Madama "Dalla Terra alla Luna" per l'anniversario dell'allunaggio. Esposta anche una Wunderkammer di Piero Gondolo della Riva

Torino sbarca sulla Luna 50 anni dopo: da Verne a Chagall, l'astro d'argento in mostra [FOTO]

"Si andrà sulla Luna e poi sui pianeti e sulle stelle come oggi si va da Liverpool a New York, facilmente, rapidamente, sicuramente, e l'oceano atmosferico sarà tra breve attraversato come gli oceani terrestri. La distanza non è che una parola relativa, e finirà per essere ridotta a zero". Così scriveva Jules Verne nel romanzo "Dalla Terra alla Luna", datato 1865, anticipando i viaggi interplanetari che avrebbero lanciato l'uomo in orbita dal 1969. E proprio questo è il titolo dato alla nuova mostra ospitata a Palazzo Madama, a Torino, per celebrare il cinquantesimo anniversario dell'allunaggio.

Fino all'11 novembre, l'esposizione, a cura di Luca Beatrice e Marco Bazzini, e realizzata in collaborazione tra Palazzo Madama e GAM, con il contributo della Regione Piemonte, offre al visitatore una ricca galleria di opere - tra disegni, dipinti e installazioni - che rappresentano l'immaginario artistico ispirato dall'astro d'argento a partire dall'Ottocento. "Se il punto d'arrivo, la passeggiata lunare, è chiaro a tutti, più difficile è indicare il punto di partenza", spiega Beatrice. "L'epoca romantica ha aperto una dimensione nuova, rendendo protagonista l'uomo moderno, perennemente inquieto e scontento, che nel suo peregrinare osservava il cielo invocando la luna. L'idea, per la mostra, era di partire da lì e arrivare fino al 1969 senza andare oltre".

Il dipinto che apre questo viaggio - una vera e propria "moonwalk" malinconica e di diafana eleganza - è "Sorge la luna", di Carutti di Cantogno, del 1911. Si prosegue quindi con prestigiose opere delle avanguardie storiche, come le atmosfere fiabesche di Marc Chagall, la metafisica di Felice Casorati, la calligrafia minuziosa di Paul Klee, il surrealismo di Max Ernst e Alexander Calder.

Nella seconda parte del Novecento predomina invece il tema quasi ossessivo dello spazio: gli artisti vogliono guardare oltre, toccare altre superfici, immaginare qualcosa di più lontano e inarrivabile. Non a caso si intitolano "Concetto spaziale" i lavori più famosi di Lucio Fontana. Giulio Turcato, invece, definisce "Superfici lunari" i suoi monocromi prodotti con materiali anomali, mentre Robert Rauschenberg realizza la serie di multipli "Stoned Moon" nel 1968 in prossimità dell’allunaggio e Mario Schifano ne riporta la visione, in chiave pop, attraverso la televisione, con "Paesaggi TV".

In mostra, oltre ad altri autori più importanti come Yves Klein, il pittore simbolista Karl Wilhelm Diefenbach, Emilio Isgrò, Arturo Nathan e il concettuale olandese Van Hoeydonck, la cui opera fu letteralmente portata sulla Luna e lì lasciata dalla missione Apollo 12. Presenti anche alcune immagini della Nasa e oggetti di design degli anni ’60 di autori come Vico Magistretti, Achille Castiglioni, Piero Fornasetti.

Giunti al 1969 la mostra arresta il proprio viaggio con una scultura di Fausto Melotti. "Questo corpo celeste - ha commentato il presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Cibrario - più di ogni altro ha fatto da musa a grandi avventure, esplorazioni fantastiche e letterarie, da Luciano di Samosata a Dante, da Ariosto a Leopardi, fino alle 'Cosmicomiche' di Calvino. La mostra ne restituisce un'immagine intima e raffinata".

Arricchisce il percorso di visita un corposo nucleo della collezione del piemontese Piero Gondolo della Riva, in un ambiente da lui curato come una vera e propria “Camera delle meraviglie lunari”. Al centro, l'opera di Verne in dialogo con altri "colleghi" di fantasticherie interstellari, dal cinema di Méliès alle operette di Offenbach.

Nella stanza sono custoditi diversi libri di argomento lunare, dal primo documento risalente al 180 d.C., la Storia vera di Luciano di Samosata, passando per un'edizione dell'Orlando furioso del 1607 e la traduzione francese del romanzo The First Men in the Moondi di Wells, del 1901. Infine, una sezione particolare è dedicata a Sir John Herschel, astronomo inglese oggetto della celebre "Moon Hoax", mistificazione lunare, mentre si trovava al Capo di Buona Speranza con il suo telescopio, nel 1835, e la stampa gli attribuì erroneamente scoperte scientifiche sensazionali. 

Manuela Marascio

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