Quando chiude la valigia, il Piemonte resta sempre con un senso di insoddisfazione. Lo dicono i numeri dell'indagine presentata da Unioncamere Piemonte, coinvolta insieme a Visit Piemonte e Regione nel convegno "Imprese turismo" e che ha elaborato i dati di fonte Isnart (che si occupa di turismo a livello camerale nazionale).
Dai dati, emerge che in un trend globale di continua crescita del turismo, l'attività in Piemonte sembra ancora insufficiente rispetto alle ambizioni del settore e alle sue potenzialità. Nonostante la presenza nel 2018 di oltre 46mila strutture e di quasi 153mila addetti. Il numero di addetti è però di 35 su mille, mentre la media italiana è di almeno 41. E se si parla di "turisticità" (pesando il numero di presenze sul totale della popolazione) la regione è addirittura al terzultimo posto, facendo meglio solo di Molise e Sicilia. Ma a distanza siderale da Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta o Veneto, solo per citare il podio. Là si fanno vacanze più lunghe, con ritorni e distribuzione durante l'anno. In Piemonte si arriva, ma ci si ferma poco e non si ritorna.
"Abbiamo luoghi e prodotti di eccellenza, ma non possiamo dirci soddisfatti come regione a livello turistico - dice Paolo Bertolino, segretario generale di Unioncamere Piemonte -. Così come Paese. Abbiamo un patrimonio unico, ma siamo indietro a livello di infrastrutture e di formazione degli addetti".
Altri parametri che mostrano sofferenze sono quelli legati alla redditività: sia il valore aggiunto (2,3% contro il 3,2% italiano) che la spesa media giornaliera sono inferiori alla media italiana (64 euro contro 81,5, nel secondo caso). E anche la comunicazione e la promozione risultato fortemente carenti, soprattutto attraverso i canali digitali. "Bisogna tenere presente che vince la rete e non la singola destinazione - prosegue Bertolino -. Anche per questo è importante fare squadra e condividere i risultati. In tempi di autonomia, l'apertura della nostra regione a una macroarea che coinvolga anche Liguria e Lombardia non può che portare benefici a tutti noi. È una strategia di portare avanti con forza, sedendosi ai tavoli e pianificando". "Come sistema camerale - conclude - siamo al fianco delle imprese, soprattutto micro e piccole nel turismo, che ha bisogno di essere accompagnata nel cammino di crescita. Anche sfruttando al meglio le tecnologie innovative".
Ma non tutto è negativo: i turisti che vengono in Piemonte poi se ne fanno testimonial, consigliando la destinazione agli amici. E tra gli aspetti che più affascinano e attirano ci sono il patrimonio storico-artistico e l'enogastronomia, ma anche le destinazioni naturalistiche stanno crescendo. L'occupazione media delle camere, nel 2018, ha visto il Piemonte migliorare la propria posizione, pur rimanendo distanti dai livelli pre crisi. La stagionalità è simile a quella italiana, ma con una capacità ricettiva fortemente inutilizzata.