Economia e lavoro - 25 luglio 2019, 06:00

I profumi dell’antico Egitto potranno essere annusati da tutti i visitatori del Museo Egizio a Torino

Stanno per essere scoperti i profumi dell’Antico Egitto grazie al lavoro fantastico dei curatori del museo, degli archeologi e di un team di chimici dell’università di Pisa.

I profumi dell’antico Egitto potranno essere annusati da tutti i visitatori del Museo Egizio a Torino

Un comunicato stampa del Museo Egizio di Torino annuncia che stanno per essere scoperti i profumi dell’Antico Egitto grazie al lavoro fantastico dei curatori del museo, degli archeologi e di un team di chimici dell’università di Pisa.

Con l’utilizzo di raffinate tecniche innovative hanno estratto alcune molecole che potranno rivelare cosa era contenuto all’interno dei vasi trovati nella tomba di Kha e Merit. Tomba scoperta nel 1906 dall’egittologo Ernesto Schiaparelli. Si potranno così riportare in vita i profumi e gli aromi utilizzati nell’antico Egitto.

Il prezioso tesoro all’interno del corredo funerario di Kha e Merit

Chi l’avrebbe mai pensato che da un corredo funerario si sarebbero potute fare scoperte così preziose. Eppure l’antica civiltà Egizia non smette mai di stupirci.

Già nel lontano 1906, Ernesto Schiaparelli, una volta scoperta la tomba di Kha e Merit aveva individuato solo dal suo fiuto eccezionale l’odore di un piatto del corredo funerario, un misto di verdure tritate e condite con varie spezie.

Fino ai giorni nostri non c’è stato modo di poter confermare o smentire la sua ipotesi, però con gli ultimi studi su questo corredo funerario si potranno scoprire quali erano le sostanze che componevano i piatti e con questo cosa era contenuto all’interno dei 20 vasi ritrovati all’interno della tomba.

Una tomba risalente a 3.500 anni fa, trovata quasi del tutto intatta nel villaggio di Deir el-Medina, potrebbe portare a grandi scoperte che ci faranno avvicinare ancora di più all’affascinante mondo dell’antico Egitto.

Il gruppo di chimici dell’università di Pisa e i vari collaboratori ed esperti del museo Egizio, stanno utilizzando le più sofisticate tecnologie per esaminare i 20 vasi ritrovati, attraverso l’estrazione di particelle volatili disperse nell’aria e senza il prelievo di campione sapranno dirci, finalmente, cosa era conservato all’interno di quegli antichissimi vasi.

La tecnica che utilizzeranno i chimici per scoprire i profumi egiziani

Come suggerisce l’articolo di Thesocialpost.it, per scoprire i profumi egiziani, gli scienziati si sono muniti di uno spettrometro di massa SIFT-MS, strumento datogli in dotazione dall’azienda Sra Instruments, leader in fatto di strumenti analitici utili alla ricerca scientifica.

Per poter ottenere dei risultati ottimali, gli scienziati hanno chiuso i reperti in sacchetti a tenuta stagna, così da permettere alle molecole di concentrarsi tutte all’interno del sacchetto, successivamente con l’aiuto dello spettrometro hanno aspirato tutte queste molecole e le hanno esaminate.

La fase del prelievo si è già conclusa, in questo momento stanno analizzando tutte le particelle che hanno prelevato.

I risultati che ci diranno quali erano i profumi dell’antico Egitto e soprattutto cosa era conservato all’intero dei 20 vasi trovati nel corredo funerario di Kha e Merit, arriveranno tra qualche settimana.

La tomba di Kha e Merit e il Museo Egizio di Torino

In attesa dei rivoluzionari risultati sui profumi dell’antico Egitto, rinfreschiamoci la memoria sulla storia del ritrovamento della tomba di Kha e Merit.

Il 15 febbraio 1906, in seguito alla missione archeologica Italiana guidata da Ernesto Schiaparelli, egittologo piemontese, venne allo scoperto, dagli scavi archeologici della necropoli di Deir El Medina, uno dei tesori più preziosi dell’Egitto, la tomba di Kha e di sua moglie Merit.

La tomba si presentò agli archeologici perfettamente intatta e ricca di sorprese e reperti importante. Oltre alle due mummie c’era l’intero corredo funerario, centinaia di oggetti che ci testimoniano come vive una coppia agiata della loro epoca.

Kha era lo scriba reale e il sopraintendete ai lavori della necropoli della Valle dei Re. L’attività di Kha si svolse dal 1425 al 1353 a.C. Durante la sua vita attraversò il regno di 3 faraoni, Amenhotep II, Tutmosi IV e Amenhotep III.

L’importanza e la ricchezza dei reperti che furono scoperti intatti durante la spedizione archeologica di Ernesto Schiaparelli, esposta con meritato vanto al Museo Egizio di Torino, ci permettono di poter vedere per la prima volta da molto vicino e di studiare come si vive in un periodo così affascinante della storia dell’umanità.

Tra il 1903 e il 1937, Ernesto Schiaparelli e in seguito Giulio Farina, portarono più di 30.000 reperti di valore inestimabile al museo Egizio.

Nel 1908 il museo ebbe la prima risistemazione che venne seguita da una seconda più importante nel 1924 in onore alla visita del Re. In quest’ultima occasione Schiaparelli, in mancanza di spazio, ristrutturò la nuova ala del Museo, che successivamente prese il suo nome, qui vi espose i reperti provenienti da Assiut e Gebeli.

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