Economia e lavoro - 31 luglio 2019, 06:00

Il Comune di Torino regolamenta il benessere animale

Un terzo delle famiglie italiane hanno un animale domestico, dimostrando che siamo sempre di più “pet friendly”. Anche la scienza dimostra che fa bene alla salute, ma siamo certi di saper gestire la convivenza?

Il Comune di Torino regolamenta il benessere animale

 

Dall’ultimo Rapporto Italia 2019 di Eurispes sappiamo che oltre il 30% delle famiglie italiane hanno un animaletto, con una tendenza ad aumentare come tipicamente accade in molti altri Paesi europei tradizionalmente amanti degli animali.

Oggigiorno la prevalenza numerica è a favore dei cani per la loro particolare affezione e capacità di interagire con le persone, però averli in famiglia non significa solo fornirgli un po’ di cibo e acqua, magari qualche carezza, per poi lasciarli in completa libertà non controllata.

Il sapere moderno ci dice che per il loro benessere è importante fargli seguire un’alimentazione bilanciata, appropriata alla specie ed allo stato di salute, curarne l’igiene con appositi shampoo per cani per loro stessi e chi ci convive, portatili fuori più volte al giorno per i propri bisognini e per fare un po’ di esercizio fisico.

Bisogna fare anche particolare attenzione alle norme vigenti, alcune delle quali di carattere penale come nel caso di abbandono o maltrattamento. Per il diritto italiano sono ancora “oggetti”, ma si sta andando verso un lento riconoscimento dei diritti animali intesi come esseri viventi bisognosi di protezione.

Rammentiamo ai cittadini del comune di Torino dell’esistenza di un apposito regolamento comunale fin dal lontano 2005, con lo scopo di fornire tutela e benessere agli animali in città. Tale regolamento si occupa fondamentalmente di riunire in sé le raccomandazioni dettate dalla scienza veterinaria e dalle altre norme di settore, con l’obiettivo di garantire il benessere degli animali ed anche l’adozione delle buone pratiche di comportamento per agevolare il tranquillo vivere civico di comunità.

Per sommi capi si stabilisce che:

  • Tutti gli animali lecitamente detenuti sul territorio comunale devono essere trattati dignitosamente in rapporto alla propria specie e condizione individuale, non devono mai essere oggetto di trattamenti che provochino sofferenze, devono essere accuditi garantendone anche una corretta igiene e, quelli che vengono tenuti in luoghi chiusi come gli appartamenti, dovrebbero essere portati a fare una passeggiata preferibilmente 3 volte al giorno;

  • Devono essere sottoposti a vigilanza sanitaria come previsto dalla legge ed ogni qualvolta risulti necessario, per salvaguardare la salute dell’animale stesso e dell’ambiente circostante;

  • non sono ammessi regolamenti comunali che vietino la detenzione di animali domestici da parte dei condomini, tranne particolari casi in cui si presenti un serio problema di carattere sanitario o di sereno godimento della proprietà;

  • è severamente vietato abbandonare, maltrattare, sfruttare gli animali per attività illecite;

  • il Comune di Torino favorisce la diffusione della pet therapy.

Sul piano antropologico hanno appurato che l’inizio del rapporto fra uomo e cane (per la precisione in origine fu con il lupo) risale a 10.000 anni fa, mentre il rapporto con il gatto a circa 4000 anni fa. La comunità scientifica internazionale studia il rapporto fra gli animali domestici e gli esseri umani già dagli anni ‘60 del secolo scorso, però il contesto è profondamente cambiato dalle origini.

Una autorevole studio di un gruppo di ricercatori giapponesi coordinato dal biologo Miho Nagasawa della Azabu University (pubblicato sulla celebre rivista “Science” di aprile 2015) ha condotto una lunga osservazione degli aspetti biologici e biochimici della relazione tra gli esseri umani e i cani, riscontrando l’aumento dei livelli di ossitocina (il cosiddetto “Ormone dell’amore”) sia nel cane che nel loro padrone. L’incremento del livello ormonale è risultato tale da eguagliare la relazione di una madre con il proprio figlio.

In particolare la ricerca ha riscontrato questa reazione nel guardarsi negli occhi reciprocamente, facendo scoprire che il contatto visivo prolungato tra i due soggetti fa produrre il maggior innalzamento del livello di ossitocina.



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