Un racconto per immagini di Mirafiori Sud attraverso i mutamenti vissuti dal quartiere negli ultimi vent'anni, tra testimonianze dirette e immagini evocative. È il progetto realizzato nel corso di diversi mesi, a partire dal 2018, dalla Fondazione della Comunità di Mirafiori Onlus con il contributo di Compagnia di San Paolo, che sarà ospitato come mostra multimediale all'interno del Polo del '900 dal prossimo ottobre.
“Mirafiori dopo il mito” propone la storia della periferia sud di Torino dopo il divorzio produttivo dalla Fiat, mettendo soprattutto in luce le sue trasformazioni fisiche e sociali filtrate dalle voci e dagli sguardi di chi c'era - e tuttora c'è.
Nelle diverse fasi del progetto, sono stati catalogati numerosi materiali prodotti nel tempo dalle tante realtà sociali che gravitano attorno alla “base” della Casa nel Parco, in via Panetti, tracciando un fil rouge tra passato e presente, ed evidenziando la transizione della città post-fordista verso nuovi modelli di sviluppo. Protagonista assoluto, il punto di vista degli abitanti, capace di offrire nuovi scenari e punti di vista sul quartiere, che vadano ben oltre la concezione canonica della piccola borgata industriale.
Tra le tante attività previste, è stato da poco realizzato il video musicale “Dopo il mito...ci sei tu”, grazie alla collaborazione tra l’Associazione Culturale Large Motive e Kallipolis.
Nel videoclip, che sarà presentato l'11 ottobre al Polo del '900, per l'inaugurazione della mostra, i protagonisti sono volti giovani che si muovono per il quartiere, lungo l'asse di via Artom, tra i murales di via Fratelli Garrone, realizzati con il progetto “Mira Up”, e il parco Colonnetti. La prima immagine è quella di un aero in volo, un po' a ricordare la vita precedente della grande area verde, ex aeroporto di inizio Novecento. Ma poi la telecamera inquadra la strada, gli angoli delle case, l'asfalto calpestato da “ragazzi di vita” della generazione 2000.
Il testo della canzone, curato dal rapper Zuli (Marco Zuliani) con i giovani artisti in erba, parla di sogni, di convivialità multietnica, dell'amore per un quartiere che ha saputo cambiare senza perdere la sua essenza. Dopo il “mito” della macchina, arriva la storia della gente. Uomini e donne (molto giovani, in questo caso) che fanno rivivere Mirafiori nella sequenza diacronica del parlato, nella sovrapposizione di inquadrature urbane prive di artificio o retorica.
Cantano la forza del lottare quotidiano, del sapersi rialzare dopo le botte reali o figurate, di abbracci collettivi che riabilitano le “magnifiche sorti e progressive” di un microcosmo cittadino alle prese con i cambi di rotta. Due ragazze danzano a piedi nudi sull'erba, stabilendo un nuovo contatto con la natura proprio là dove il Sangone sta per rinascere, tra gli orti e le azioni solidali. Un altro cammina fiero e sicuro sul marciapiede, rasente i muri, rivendicando con orgoglio l'appartenenza al luogo in cui è nato e cresciuto.
È un invito a conoscere il quartiere, esplorarlo, ammirarne la bellezza in divenire. Un appello lanciato dai suoi abitanti più “freschi” e niente affatto ingenui, che, anziché scappare lontano, scelgono di metterci la faccia e parlare schietto: questo è il posto in cui viviamo e sappiamo quanto vale, sembrano dire.
Tra le altre iniziative curate nel progetto in particolare da Kallipolis, i laboratori “Mirafiori oggi e domani” con le scuole primarie e secondarie del territorio, per la realizzazione di un fotoracconto dei luoghi del quotidiano e mappe di comunità, con il coinvolgimento dell’illustratore Saul Darù. E “Mirafiori da cartoline”, per promuovere il turismo dell'area con azioni diffuse sul territorio.
Tutti gli aggiornamenti sul progetto ancora in corso sono disponibili sul sito: www.mirafioridopoilmito.it