Il guado è in fase di costruzione 25 metri più in là di dove servirebbe e l’Amministrazione comunale di Pragelato riaccende la polemica sugli attraversamenti sul torrente Chisone, parlando apertamente di “scempio”.
Un passo indietro. Con i fondi del tesoretto olimpico, in paese, si stanno realizzando quattro guadi: quello del Centro sportivo Rivet, sulla pista di fondo di Grange, vicino al cimitero e allo stadio del fondo. Già nelle scorse settimane il sindaco Giorgio Merlo e la sua Giunta avevano preso di petto la questione e criticato i progetti ereditati dalla precedente maggioranza.
Sono emersi infatti, a loro dire, diversi difetti nella progettazione: “Nel caso del Centro sportivo Rivet c’erano degli scalini che non consentivano il passaggio con skiroll e passeggini, perciò abbiamo dovuto sostituirli con uno scivolo” ricorda l’assessore Claudio Salvai.
Altra grana è legata alla larghezza del guado dello stadio del fondo, che è stato progettato di 12 metri, dimensione richiesta dalla Federazione internazionale per omologare una pista, ma non si è tenuto conto che lo spazio deve essere più abbondante, perché la pista sia effettivamente di 12 metri, quindi Pragelato ha chiesto alla Regione di allargarlo a 13 metri e attende una risposta, in vista della gara di Coppa Europa 2020.
In questi giorni è emerso un terzo problema: “Ci siamo accorti che il guado vicino al cimitero lo stavano costruendo 25 metri più in là della pista, il che vuol dire che gli sciatori finirebbero nel Chisone” sottolinea Salvai. In realtà c’è una ragione tecnica: “Il primo progetto era previsto in continuità con la pista, poi la salita e la discesa sarebbero state troppo ripide e quindi si è deciso di spostare l’attraversamento – entra nel merito Salvai –. Noi vogliamo capire se è possibile riportarlo dove serve, altrimenti dobbiamo far curvare la pista di 40 gradi, per raccordarla al guado”.