L’associazione “Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali” ha organizzato questo pomeriggio un presidio in piazza Castello, di fronte a Palazzo Reale, unendosi alle manifestazioni nazionali di protesta contro il decreto ministeriale arrivato il 14 agosto ai dipendenti del Mibac.
Il provvedimento, firmato dall'ex ministro Alberto Bonisoli in piena crisi di governo, prevede di fatto l'accorpamento di diversi musei in istituti "volti a favorire la concentrazione dei flussi turistici ed economici in pochissimi luoghi, contro l’interesse dei cittadini italiani che avrebbero diritto di fruire di un bene comune", spiega Flavio Utzeri, archeologo, presente al sit-in torinese.
"Oggi si è aperto un altro autunno di mobilitazioni - ha aggiunto Francesca Druetti, dipendente del Polo del '900. "Non ci aspettiamo un cambiamento da Franceschini, come ministro l'abbiamo già avuto e conosciamo la sua politica. Tra lui e Bonisoli si è creata una perfetta linea di continuità in favore delle privatizzazioni".
Un decreto, quindi, che minaccia di spianare la strada a nuove fondazioni da porre alla guida dei musei statali.
In Piemonte, in particolare, è prevista un accorpamento con la Liguria sotto il cappello di un'unica gestione: questo implicherebbe spostamenti interregionali continui da un polo all'altro, non sostenibili senza una rete di trasporti efficace.
Li chiamano infatti "mostri elefantiaci", i membri del collettivo, questi nuovi istituti partoriti dalla riforma, per propria natura lenti e inefficaci, "privi di una progettualità scientifica forte", chiarisce Flavio. "Questa scelta è stata fatta soprattutto a vantaggio dei turisti, non si pensa al bene pubblico e al costo eccessivo delle visite per i residenti. Dentro il nostro patrimonio può davvero passare un'idea diversa di futuro e di socialità".
"È un problema di tutti - conclude Francesca - perché danneggia fisicamente i beni culturali, oltre a chi ci lavora. Deve interessare perché è il nostro patrimonio".