Politica - 17 settembre 2019, 11:00

Renzi lascia il Pd, chi lo segue o resta nei dem in Piemonte

Potrebbero seguire l'ex sindaco di Firenze Davide Ricca e Silvia Fregolent. Scelgono i dem Valle, Avetta, Carretta, Grippo

Renzi lascia il Pd, chi lo segue o resta nei dem in Piemonte

Il Pd è casa mia”. Queste parole del segretario metropolitano Mimmo Carretta sintetizzano bene la posizione prevalente tra i dem piemontesi, dopo l’annuncio di Matteo Renzi di lasciare il Partito Democratico “per costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso”.

A seguire l’ex sindaco di Firenze in questa nuova avventura politica nella nostra regione, almeno per il momento, sembrano essere in pochi. Il Presidente della Circoscrizione 8 Davide Ricca fino alla Leopolda rimarrà nel Pd: dopo potrebbe decidere di andare con l’amico Renzi. Una strada che sembra voler intraprendere anche la deputata Silvia Fregolent. In dubbio su quale direzione prendere i senatori Mauro Laus, Mauro Marino e l’ex consigliere comunale Michele Paolino.

La minoranza di Palazzo Lascaris sceglie convintamente il PD, anche chi è in questi anni è sempre stato molto vicino all’ex Premier, come i consiglieri Daniele Valle e Alberto Avetta. “In questi anni Renzi – spiega Avetta – ci ha abituati ad intuizioni geniali: se il Partito Democratico oggi è al governo è in gran parte merito della sua iniziativa, che Zingaretti ha colto al volo”. “Oggi – continua – ho qualche difficoltà, molto diffusa, a cogliere la vera ragione politica di questa operazione”. Restano convintamente nei dem anche Monica Canalis e il suo “sodale” politico, il deputato Stefano Lepri.

Anche la minoranza renziana della Sala Rossa rimane nel Pd. Oltre a Carretta, anche Maria Grazia Grippo prosegue qui il suo percorso. Dubbioso il capogruppo Stefano Lo Russo, che definisce la scissione un male. “L’operazione di Renzi – aggiunge – va ad occupare uno spazio politico che effettivamente c’è al di là di Renzi stesso. E temo che rischi di allargarsi dopo le ultime decisioni assunte dal Pd (il governo Conte-bis con il M5S ndr)”. L’appello di Lo Russo è che nel partito ora si apra una riflessione, perché il “Pd non è nato “contro” qualcuno, ma è nato e si è consolidato “per” un progetto di Italia”. A ruota la sua vice Chiara Foglietta, a cui “interessa poco discutere di chi esce o eventualmente rientra. Per chi come me è nata politicamente nel PD, questa vicenda rappresenta il fallimento di un progetto”. “Leggo che Zingaretti parla di un “nuovo” Partito Democratico. Io sono disponibile ad una riflessione su cosa deve essere il partito in futuro, capace di dare risposte alle domande che i cittadini ci fanno” conclude Foglietta.

 

Cinzia Gatti

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