Gli ITS (Istituto tecnico superiore) come nuova soluzione al rebus dell'occupazione giovanile. La convinzione che ormai si rafforza mese dopo mese trova nuovo slancio con l'inizio del nuovo anno scolastico. E in prima fila, a Torino, ci sono la Scuola Camerana di via Braccini e la Fondazione ITS Meccatronica e Aerospazio, ai nastri di partenza con l'offerta formativa 2019-2020.
L'obiettivo è confermare i risultati che negli ultimi anni hanno visto trovare un posto di lavoro all'98% dei ragazzi che hanno frequentato un percorso di formazione alternativo e parallelo all'università tradizionale. Un biennio post scuola secondaria che fornisce competenze pratiche e pragmatiche su aziende e macchinari che poi troveranno in fabbrica. E che potranno sperimentare con stage aziendali.
"Abbiamo una crescita di studenti di circa il 30% l'anno - spiega Stefano Serra, presidente Fondazione ITS meccatronica e aerospazio - e se lo scorso anno avevamo 500 ragazzi interessati, quest'anno stiamo arrivando a mille. A fronte di corsi in partenza di 175 più circa altri cento se riusciremo a fare partire nuovi percorsi". "Coloro che iniziano il secondo anno, in massima parte, ha già un contratto di lavoro di alto apprendistato con un'azienda", conclude Serra.
"Come Regione crediamo molto in questo percorso, siamo sulla strada giusta", commenta Elena Chiorino, assessore regionale. "Ma tutto questo non basta ancora, rispetto a quello che fanno in altri Paesi. Serve un cambio del paradigma culturale, visto che tante aziende cercano figure professionali che non stanno trovando". "È pronta la graduatoria dei 25 corsi, di cui 6 nuovi - aggiunge Chiorino - per cui stiamo anche noi andando in questa direzione".
"Gli ITS sono stati una scelta lungimirante di questa Regione - aggiunge Serra -. Qui i ragazzi imparano la pratica di materie molto sviluppate a Torino e in Piemonte". Le stime Confindustria, complice Quota 100, dicono che in Italia nei prossimi tre anni ci sarà bisogno di 193mila tecnici e diplomati superiori. "Ma rischiamo di non avere i candidati, le risorse umane", incalza Serra.
Sulla scacchiera, chi può muovere pezzi pesanti è il Politecnico, punto di riferimento nella formazione tecnico-scientifica accademica a Torino. "Stiamo pensando a soluzioni convergenti - dice Serra - magari con crediti riconosciuti per chi vuole passare dal corso professionalizzante all'ateneo".
"L'Italia ha una grande carenza - aggiunge Guido Saracco, rettore del Politecnico - che però vede da una parte le necessità delle aziende e dall'altra la voglia delle famiglie del cosiddetto pezzo di carta. Ma la formazione professionalizzante è ben altra cosa, in Germania ci studiano 800mila studenti, mentre noi siamo fermi a 10mila. Come scardinare questa barriera? Ci sono tante persone con attitudine pratica e sperimentale che potrebbero portare innovazione e che magari restano bloccati nei primi anni di università, senza riuscire ad andare avanti. C'è bisogno di interdisciplinarietà e di gente che connetta le competenze. C'è urgenza di soluzioni di questo genere. Mettiamo insieme le forze e quello che ne uscirà non avrà il marchio Politecnico o ITS, ma sarà quello che serve al Paese. Misceleremo il nostro sangue e, a regime, speriamo di poter offrire in una unico bouquet le possibilità messe sul tavolo da noi, dalla nostra laurea professionalizzante e dai corsi ITS".
Senza dimenticare il tema-spazi. "Bisogna ottimizzare costi e distanze", invita Serra. E Antonino Iaria, neo assessore comunale all'urbanistica, conferma: "Si tratta di un argomento che riguarda anche le scuole superiori. C'è tanta richiesta e cresce la domanda di spazi. C'è l'ipotesi di ampliare le aree del Camerana nel vicino istituto Sella, un piano della struttura, ma tutto va connotato in una riorganizzazione più generale delle scuole superiori".