Edizione numero 48 per Euromineralexpo e decimo anno di collaborazione per CNA Torino che dal 4 al 6 ottobre "schiera" al Pala Alpitour 5 espositori eccellenti su un totale di 230 provenienti da 25 nazioni.
"Arrivano espositori da Brasile e Hong Kong, al debutto da noi - spiega l'organizzatore, Maurizio Veroli - e non mancheranno mostre specifiche sui materiali e sui minerali. Anche il dinosauro meccanico, che piace tanto ai bambini, non mancherà. Anzi raddoppierà visto che saranno due gli esemplari presenti". E ancora l'archeologia sperimentale e la miniera riprodotta in scala.
La manifestazione torna alla ribalta e accende un faro anche sul settore dei gioielli e della bigiotteria, legato a doppio filo a quello delle pietre preziose, che in Piemonte celebra un primo semestre 2019 di grande crescita. A giugno, i dati parlavano di un aumento del 13,7% per un miliardo e 158 milioni. Con la particolarità di vedere - alle spalle dell'Alessandrino - proprio Torino come seconda provincia più vivace.
Se Valenza e dintorni vantano oltre un miliardo di euro, la città della Mole e dintorni superano quota 62 milioni. "Il gioiello made in Torino è molto più artigianale degli altri - spiega Alessio Stefanoni, CNA Torino - e questo lo rende unico, quasi sartoriale. La crescita a livello piemontese si sta realizzando nonostante la chiusura di 23 imprese, spesso a causa delle difficoltà nel passaggio generazionale".
Gli addetti del comparto in Piemonte sono 6191, a fronte di 1193 aziende, di cui 563 solo a Torino e provincia (con 221 imprese). Tra i clienti più affezionati, crescono Germania e Regno Unito, mentre calano Francia, Spagna e Belgio. "Una spinta al settore - conclude Varoli - che potrebbe forse essere ancora più forte, visto che al momento il prezzo dell'oro è ai massimi storici".
"Il settore orafo - conclude Nicola Scarlatelli, presidente di Cna Torino - incontra sia a livello piemontese che nazionale non poche difficoltà. Dall'eccessiva frammentazione alle difficoltà di gestione nel passaggio generazionale, oltre all'evoluzione verso soluzioni più moderne di progettazione e prototipazione. Senza dimenticare dazi doganali troppo alti e la fragilità del sistema Paese al made in Italy nel suo insieme".