“Abbiamo portato la sperimentazione all’estremo. E ci fa piacere che la nostra musica accompagni una fiction tanto coraggiosa e inusuale per la televisione generalista”. Così il duo moncalierese Mattia Donna & La Femme Piège, dopo la prima stagione, torna sul piccolo schermo firmando la colonna sonora originale della serie di Rai Uno “La strada di casa 2”. Uno stile che ricerca sfumature internazionali impiegando una strumentazione vintage studiata ad hoc per l’atmosfera della trama, intrisa del mistero che aleggia sulla famiglia del protagonista Fausto Morra (Alessio Boni).
“È una serie molto particolare – spiega Mattia –, e fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile proporla su un canale che si identifica come ‘la tv per tutti’. Il thriller, già presentato nella prima stagione, nella seconda cresce moltissimo, assumendo un colore unico, di fondo, dall’inizio alla fine. Le nostre composizioni seguono lo stesso percorso”.
Formatosi nel 2010 in Camargue, nella Francia meridionale, dalla collaborazione tra Andrea Toso e Mattia Donna, il duo si è sempre dedicato alla realizzazione di musiche per prodotti televisivi o cinematografici, tra cui, nel 2011, la fiction “FuoriClasse” con Luciana Littizzetto e il documentario “Fate la storia senza di me” con Fabrizio Gifuni. E, ancora, nel 2012 il progetto musicale per “Nero Wolfe” e, nel 2015, la colonna sonora di “I misteri di Laura” per Mediaset.
La raffinatezza, unita a una meticolosa cura per il suono mai uguale a se stesso, caratterizzano in modo netto le composizioni di Mattia Donna & La Femme Piège, qui mixate dal produttore Taketo Gohara (che ha lavorato con Vinicio Capossela, Brunori Sas ed Elisa, per citarne alcuni) e raccolte nell’album “La strada di casa 2”, mentre la masterizzazione è firmata dagli studi londinesi di Abbey Road. Un nuovo traguardo dopo l’inizio del 2019 caratterizzato dalla collaborazione con Rai Fiction/Casanova Multimedia per il film “Io sono Mia” dedicato a Mia Martini, di cui hanno curato sia la produzione artistica nell’adattamento delle canzoni sia la composizione ex novo delle musiche originali.
“Quel cambiamento che già rincorrevamo nella prima stagione di La strada di casa – racconta Mattia –, nel nuovo disco è largamente dilatato. C’è molta elettronica nascosta, unita a chitarre e batterie anni ‘50. Un lavoro di cui sono davvero soddisfatto, forse tra i nostri migliori. Potrebbe esistere anche come opera a sé, perché i brani hanno una vita indipendente dalla serie”.
Uno successo che deve molto non solo allo studio e la tecnica, ma anche a una musa universale, sempre presente e imprescindibile. “Come musicista – conclude Mattia –, credo radicalmente che la creatività e l’arte abbiano a che fare esclusivamente col femminile. È un tipo di energia arcaica che appartiene unicamente a quella sfera lì. Solo la donna può generare nuova vita: è un dato di fatto, non si tratta tanto di ispirazione. Il nostro è stato un lungo viaggio nelle profondità delle nostre capacità creative. Ne è risultato un suono fatto di assenze, echi e riverberi, e su tutto domina il femminile. Nessun vero artista può evitarlo”.