“Non una goccia in più del sangue indigeno”. E’ questo il cartello esposto dalla delegazione di leader indigeni dell’Amazzonia oggi ospite in Comune a Torino, insieme ai Parents For Future e Fridays For Future, per incontrare l’amministrazione Appendino.
L’appuntamento si inserisce in un tour attraverso 13 europei, che ha fatto tappa anche a Torino, per denunciare le sistematiche violazioni dei diritti che si sono intensificata dall’elezione a presidente del Brasile di Jari Bolsonaro.
“Siamo qua – raccontano Célia Xakriabá, Alberto Terrena ed Erisvan Guajajara - per denunciare come i prodotti che vengano esportati in Europa sono innaffiati col sangue indigeno e fatti in zone di conflitto. Siamo qua per denunciare come il genocidio e l'ecocidio siano crimini contro l'umanità”.
Ad agosto gli incendi hanno devastato la foresta amazzonica, bruciando 30 mila metri quadrati di verde. I roghi non hanno prodotto vittime umane, ma ucciso migliaia di animali e devastato l’ecosistema. “Noi consideriamo la natura – spiegano - come persone: il nostro territorio è stato avvelenato. I Guaranì sono la popolazione maggiormente danneggiata: è stato sottratto loro del territorio e muoiono per strada. Il governo Bolsonaro non vuole darci il territorio che ci spetta e vuole toglierci le aree a noi dedicate”.
“Noi stiamo combattendo – continuano gli indigeni – lì con il nostro corpo per ridurre i cambiamenti climatici. Rappresentiamo solo 1% della popolazione del Brasile, ma stiamo salvando la foresta”. “L’Europa deve capire che se uccidi gli indigeni, uccidi l’intera umanità: chiediamo a tutti di lottare insieme a noi” concludono Célia Xakriabá, Alberto Terrena ed Erisvan Guajajara.
"Queste parole - ha commentato il consigliere del M5S Federico Mensio - non solo dovrebbero farci riflettere, ma soprattutto farci agire immediatamente"."Noi europei - ha continuato l'esponente pentastellato - non possiamo chiudere di nuovo gli occhi di fronte a tutto ciò e soprattutto dobbiamo iniziare a consumare meno carne o eliminirla del tutto". "I rappresentanti degli indigeni oggi hanno portato la voce di popoli che sono i custodi ultimi di beni preziosi per tutta l'umanità, la biodiversità e le piante dell'Amazzonia. A loro dobbiamo dare tutto il nostro aiuto e sostegno, per fare smettere tutto ciò" ha concluso Mensio.