In principio fu Lavazza, con la sua macchina rivoluzionaria che permise anche agli astronauti di gustarsi un buon caffè espresso mentre si trovavano in servizio, nell'orbita terrestre. Era il 2013, ma col passare del tempo si sta rinforzando lo scenario che vede le aziende "non spaziali" protagoniste nel mondo dell'aerospazio, dove lo sviluppo di tecnologie terresti può declinarsi secondo nuovi orizzonti, ma al tempo stesso dove crescono conoscenze e competenze che possono trovare applicazioni significative anche sul pianeta terra, nella vita di tutti i giorni. Un po' come le auto che oggi si orientano col quel GPS che funziona grazie ai satelliti spaziali e il loro sviluppo.
Si chiama "Open Space" l'evento che il prossimo 8 novembre vedrà protagonista alla Borsa di Milano la torinese Argotec, azienda che racconterà le possibilità legate alla contaminazione tra il settore dello spazio e gli altri settori. "In una piccola traversa di via Cigna stiamo realizzando due satelliti in collaborazione con la Nasa - racconta David Avino, managing director di Argotec -. Uno andrà in orbita lunare a bordo dello shuttle del futuro e siamo l'unico satellite europeo della spedizione insieme a due giapponesi e uno americano. L'altro andrà a 11 milioni di chilometri, imbarcati sulla missione Dart della Nasa che andrà a schiantarsi contro un asteroide per capire se si è in grado di deviarne la traiettoria".
Ma se questa è l'attività aerospaziale "classica", la prospettiva che si pone Argotec è completamente diversa. Terrestre, appunto. "Con l'evento milanese vogliamo mostrare un altro aspetto della nostra attività - prosegue Avino -, cioè quella che tenta di aprire a tutti le possibilità di lavorare in ambito spazio. Ci sono investimenti enormi in questa direzione e circa 200 operatori stanno già lavorando nella costruzione dei lanciatori spaziali, infrastrutture per mandare in orbita le strumentazioni, oppure per realizzare colonie lunari. Noi vogliamo aprire lo spazio a tutti: non più solo aziende del settore aerospaziale: dal tessile al manifatturiero, cercando di creare un ecosistema completamente diverso".
Ma perché proprio lo Spazio, invece che investire sulle necessità terrestri? "Per ogni dollaro speso nello spazio, ne derivano dai 7 ai 10 per attività sulla Terra. E ne nascono brevetti che poi portano benefici anche qui da noi - racconta Avino - come quello che, grazie alla macchina da caffè Lavazza, ci permette di risparmiare il 40% dell'acqua. Per quello la parola chiave è ecosistema. Per la contaminazione, ma anche per l'impossibilità di fare queste cose da soli". Un ecosistema che, per quanto riguarda Argotec, in questo momento vede coinvolte anche realtà di altri settori come Elite, Reale Mutua e Audi. Più altri due partner ancora "misteriosi" che verranno svelati prossimamente, uno dei quali appartiene al mondo bancario-finanziario.
"Torino ha nell'aerospazio una delle sue eccellenze, ma spesso tanti torinesi non lo sanno. Abbiamo grandi player, ma anche un ricco ecosistema di aziende più piccole ma altrettanto importanti", dice Dario Gallina, presidente dell'Unione Industriale di Torino. "Esistono grandi prospettive di business con la space economy - prosegue - e con l'arrivo del settore privato dove una volta c'erano solo enti pubblici si aprono enormi possibilità da cogliere".
"Uno dei settori su cui stiamo puntando di più, come città - spiega Alberto Sacco, assessore comunale all'industria - è proprio l'aerospazio, accanto all'automotive. Lo abbiamo ribadito anche al premier Conte, nei giorni scorsi. E andremo anche in questo caso a investire in un settore in cui abbiamo già competenze importanti e specifiche". "Non solo colossi come Thales e Leonardo, ma anche grazie ad aziende più piccole e il contributo accademico che porterà gli studenti negli spazi di corso Marche. Dobbiamo rinforzare la nostra reputazione nel mondo anche per questo tipo di attività: dobbiamo posizionarci sulla mappa globale".
Sulla scelta di Milano come cornice, pur essendo Torino l'area che vuole mettersi in vetrina "hanno inciso motivazioni logistiche e geografiche. Ma la prossima cercheremo di organizzare in città", assicura Avino.