Mauro Salizzoni, Vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, si è espresso così sulla vicenda del Parco della Salute: "Mi auguro che quando si ipotizza di scorporare qualche ospedale dal progetto, si siano fatti bene i calcoli, altrimenti si correrebbe il rischio di mettere sul percorso un sasso capace di far deragliare il treno di una delle più grandi infrastrutture sanitarie, di ricerca ed innovazione del nostro Paese".
"Giusto salvaguardare l’autonomia funzionale del Regina Margherita, ma quando Cirio annuncia che resterà fuori dal Parco della Salute, lo fa perché ha in mente il progetto di una nuova torre pediatrica? Se è così, dove farla e con quali soldi?", ha aggiunto Salizzoni, commentando le dichiarazioni del Presidente Cirio e dell’assessore alla Sanità Icardi in occasione dell’inaugurazione del nuovo reparto di oncoematologia pediatrica.
"Ho apprezzato la prudenza dell’assessore Icardi sullo scorporo eventuale della parte materno-ginecologica – ha aggiunto Salizzoni – perché il Sant’Anna deve essere parte di un ospedale ad alta complessità per garantire la sicurezza delle madri e dei bambini: le gravidanze a rischio e patologiche devono essere trattate in una struttura ospedaliera con tutte le specialità medico-chirurgiche necessarie ad affrontare le complicanze".
"Nessuno ha mai messo in discussione l’autonomia funzionale della parte pediatrico-infantile – prosegue Salizzoni – ma spero che tutti abbiano ben chiaro che fra dieci anni, quando il Parco della Salute sarà realizzato, il Regina Margherita sarà un ospedale di 70 anni, inesorabilmente vecchio, quasi coevo del Ponte Morandi, privo di criteri antisismici. Quindi, se si ipotizza uno scorporo, bisogna prima approfondire il tema della sostenibilità finanziaria. Un conto è passare dagli attuali 4 ospedali (Molinette, Cto, Sant’Anna e Regina Margherita), con i loro alti costi di gestione, ai futuri 2 ospedali (Parco e Cto) come previsto dal progetto iniziale, altro, invece, è prevedere comunque 3 o addirittura 4 ospedali".
"Inoltre non è forse il caso di fornire di maternità e di pediatria anche le periferie dimenticate di Torino? Ad esempio, potenziando il San Giovanni Bosco anche con nuove strutture, trasferendo lì 1500 dei 6500 parti che vengono fatti attualmente Sant’Anna e dotandolo di un reparto pediatrico? Come possiamo accettare che una partoriente di Barriera di Milano o un bambino che ha la tonsillite debbano attraversare tutta la città per farsi assistere?", conclude Salizzoni. "Forse è il caso di occuparsi concretamente delle periferie, garantendo servizi di qualità, anziché limitarsi ad evocarle in campagna elettorale".
"Bene l'intenzione manifestata dalla Giunta di mantenere il Regina Margherita di Torino evitando l'accorpamento con il Parco della Salute. Abbiamo sempre sostenuto questa esigenza insieme alla necessità di aumentare i posti letto nel nuovo polo sanitario di Torino", scrive invece in una nota il Gruppo Regionale M5S Piemonte. "In questo modo si raggiungerebbero entrambi gli obiettivi. Una proposta che appare condivisibile, ma scritta sulla sabbia. Limitata a qualche dichiarazione estemporanea. Vogliamo fatti concreti".
“Garantire l'autonomia e l'elevata qualità delle cure in campo materno-infantile: questo era l'obiettivo per assicurare una sempre maggiore qualità del servizio sanitario, tramite un aumento dei posti letto e una maggiore integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali. Non si può rinunciare a questo traguardo. Quella a cui si è giunti mi sembra una soluzione di comodo che rischia di snaturare il progetto del Parco della Salute”. Così invece il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi, insieme alle esponenti di Articolo Uno Silvana Accossato e Tullia Todros.