Eventi - 25 novembre 2019, 10:33

Torna all’Unione Musicale il leggendario pianista croato Ivo Pogorelich

Appuntamento il 27 novembre alle 21

Torna all’Unione Musicale il leggendario pianista croato Ivo Pogorelich

Ivo Pogorelich, il leggendario pianista croato protagonista indiscusso della scena musicale internazionale, torna all’Unione Musicale mercoledì 27 novembre 2019 (Conservatorio Giuseppe Verdi – ore 21 – serie Dispari) dopo una lunga assenza dal cartellone dell’associazione torinese (ultimo concerto nel maggio 2003).
Sono più di quaranta gli anni di carriera di questo carismatico artista, classe 1958, che si è distinto per il suo inconfondibile talento, per lo straordinario virtuosismo e per un approccio interpretativo innovativo e originale, caratteristiche che fin dai primi anni di attività hanno dato origine anche a giudizi contrastanti sulla sua arte. Celebre fu la sua eliminazione al Concorso Chopin di Varsavia nel 1980, quando Martha Argerich abbandonò la giuria al grido di «Questo ragazzo è un genio!», originando così il più grande scandalo della storia della competizione. In realtà sarà proprio questo episodio a consacrare il giovane pianista di Belgrado quale protagonista di una folgorante carriera, al fianco delle più prestigiose orchestre e dei più grandi direttori del mondo, con un contratto esclusivo per l’etichetta Deutsche Grammophon (nel 2015 la casa discografica ha pubblicato un cofanetto con tutti gli album realizzati tra il 1981 e il 1998, 14 in tutto!)

Ma la biografia personale e artistica di Pogorelich è caratterizzata anche dall’importante incontro con la famosa pianista e pedagoga georgiana Aliza Kezeradze, che diventa sua moglie fino alla prematura scomparsa nel 1996, un dolore profondo che lo allontana dalla scena musicale per molti anni. In questo periodo difficile si dedica al sostegno artistico di giovani musicisti, alla promozione della cultura musicale ed è attivo anche nel sociale: nel 1994 crea la Sarajevo Charitable Foundation con lo scopo di raccogliere fondi per la costruzione di un ospedale per le madri e i bambini di Sarajevo.
Compiuti sessant’anni, Pogorelich vive oggi una nuova stagione artistica, con molti appuntamenti concertistici e un nuovo recentissimo progetto discografico per Sony Classical.

Sono quattro i grandi autori che Ivo Pogorelich propone per il suo attesissimo ritorno sul palco del Conservatorio. In apertura la Suite inglese in sol minore BWV 808, terza di sei composte da Bach molto probabilmente nel periodo trascorso a Köthen, intorno agli anni 1720-22. Resta oscuro l’appellativo di “inglesi” che appare all’inizio della Suite n. 1 («fait pour les Anglois»): alcuni studiosi ipotizzano che Bach le avesse scritte per un ricco dilettante inglese, mentre altri vedono la spiegazione nel Preludio della prima Suite, basato su una Giga di Dieupart, autore stimato soprattutto in Inghilterra.

Il secondo brano in programma è la Sonata in si bemolle maggiore op. 22, composta da Beethoven tra il 1799 e il 1800 e considerata una delle ultime opere del cosiddetto “primo stile”, che guarda ai modelli di Haydn e Mozart. Dopo numerose Sonate in tre tempi Beethoven adotta qui la forma più antica in quattro movimenti, cui tornerà raramente in seguito. Oggetto di giudizi contrastanti già all’epoca della sua pubblicazione (Vienna, 1802), è oggi una delle Sonate beethoveniane meno eseguite.

Seguono due brani di Chopin, dapprima la celebre Barcarolle, uno degli ultimi capolavori chopiniani, composta tra il 1845 e il 1846, che presenta un notevole interesse per la novità delle invenzioni e la varietà dei giochi armonici e contrappuntistici. Di natura poco definita e carico di presagio è il successivo Preludio in do diesis minore op. 45 che vide la luce al di fuori della raccolta dei più noti 24 Preludi op. 28, un brano assolutamente originale, dal gusto quasi impressionistico.

Il recital si conclude con una celebre pagina di Ravel, Gaspard de la nuit composta nel 1908, un trittico ispirato alle poesie di Bertrand che è un’apoteosi del macabro, una virtuosistica fantasmagoria d’effetti pianistici che traduce in musica quel mondo grottesco alla Edgar Allan Poe che tanto aveva sedotto la Francia del secondo Ottocento. Nell’ascolto dei tre brani aiuta sapere quel che raccontano le poesie: una mitica creatura acquatica che tenta di sedurre un mortale è la protagonista di Ondine; una carcassa che penzola da una forca al rintocco di un vicino campanile è il tema di Le gibetScarbo, il brano più virtuosistico, racconta di un folletto che cresce fino a farsi grande come un campanile gotico e poi svanisce nel nulla.

comunicato stampa

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