Eventi - 27 novembre 2019, 05:50

l duello tra TAV e No TAV si sposta sul corridoio per salvare la farfalla a rischio estinzione [VIDEO]

Alcuni oppositori hanno interrotto la presentazione del progetto dell'Università che vuole preservare la Zerynthia polyxena. I contestatori: "Dite che gli asini volano". I responsabili dello studio: "Ogni grande opera ha un impatto, qui cerchiamo di limitare alcuni effetti negativi"

l duello tra TAV e No TAV si sposta sul corridoio per salvare la farfalla a rischio estinzione [VIDEO]

Un anno di lavoro e un progetto - promosso da Università, Regione e Telt, la società che porta avanti i lavori di realizzazione della TAV - che vuole realizzare in Val di Susa un "corridoio" che possa salvare una specie di farfalla rara e protetta che vive proprio nella stessa zona in cui ormai da tempo si lavora al cantiere della Torino-Lione.

Si chiama Zerynthia polyxena il delicato insetto che però, suo malgrado, ieri mattina a Palazzo Campana si è trovata al centro di un duello verbale tra i ricercatori e docenti dell'Università che hanno condotto lo studio e alcuni No Tav che si sono prima mescolati tra il pubblico e poi hanno interrotto la presentazione, dopo pochi istanti, denunciando come la ricerca, in quanto finanziata da Telt, non fosse oggettiva, ma finalizzata solo a "coprire" gli altri effetti sull'ecosistema della grande opera infrastrutturale.

"Dite che gli asini volano solo perché vi hanno finanziato la ricerca", "per il cantiere sono stati abbattuti moltissimi castagni centenari", "siete dalla parte sbagliata", alcune delle accuse dei contestatori, che poi hanno abbandonato l'aula senza voler ascoltare l'esposizione dei ricercatori e distribuendo alcuni volantini. "Ogni grande opera comporta un impatto sull'ambiente - ha risposto loro la professoressa Simona Bonelli, docente di Zoologia e conservazione degli invertebrati - ma oggi siamo qui a parlare di questo caso specifico, in cui abbiamo cercato di limitare alcuni impatti particolari".

Un caso specifico che, in ossequio alla direttiva Habitat dell'Unione Europea della primavera 2018, vuole offrire una via d'uscita alla farfalla che, secondo le previsioni, non potrebbe sopravvivere per poi di qualche decennio con l'ampliamento del cantiere e, allo stesso tempo, l'infittirsi del bosco.  Da qui l'idea di "traslocare" gli insetti, tramite un percorso fatto di tante singole piazzole, che consentano all'animaletto di spostarsi in altre zone rispetto a quelle dove è solita vivere (soprattutto due zone del Comune di Salbertrand e tre aree nel territorio di Giaglione).

Spostandosi, dovrebbero così crearsi popolazioni più ampie e varie, quindi anche più longeve. "Non siamo sicurissimi che funzionerà - commenta la professoressa Bonelli - ma si tratta di un progetto molto innovativo per limitare gli effetti sulla natura dell'intervento umano".

In dettaglio, saranno 10 le radure, distanti circa 20 metri l'una dall'altra, dove saranno trasferite circa 2000 piante che danno nutrimento alla farfalla da salvare. Ma non solo: il Consorzio forestale Alta Valle Susa realizzerà anche nuovi rifugi per i pipistrelli presenti in zona, creando cavità artificiali su molti alberi presenti tra i Comuni coinvolti. Sono stati circa 120mila gli euro impiegati per borse di studio e assegni di ricerca, mentre altri 190mila servono per gli interventi forestali.

Non la pensano così i No TAV, che in un volantino distribuito durante la protesta sentenziano: "Chi partecipa alle mitigazioni ambientali finanziate da Telt sarà complice della devastazione della piana di Susa. Quattro farfalle non salvano una valle".

"Non abbiamo mai avuto problemi di convivenza durante la nostra attività di ricerca - ha commentato ancora la professoressa Bonelli -: sapevano che eravamo lì a fare ricerca e siamo anche abbastanza noti in zona. Personalmente ci ho pensato un mese prima di accettare l'incarico che mi era stato proposto, quando ho capito che era una buona occasione per dare un contributo alla biodiversità". "Sapevamo che sarebbe stata una condizione difficile - ha aggiunto - e avevamo dubbi su quanta libertà avremmo davvero avuto. Ma poi ognuno ci mette la faccia e abbiamo trovato molte persone motivate a proteggere la biodiversità".

Sulla Valsusa poi, il pensiero è piuttosto articolato. "Per noi che facciamo questo lavoro si tratta di un vero scrigno naturale, ma è già stata colpita in passato da operazioni umane come l'autostrada o le Olimpiadi. Anzi, in quell'occasione forse l'attenzione sulle ripercussioni naturali era stata anche minore di adesso. Noi invece abbiamo avuto la sensazione di poter lavorare bene e poter dare il nostro contributo: per questo abbiamo deciso di lanciarci in questo lavoro". E infine? "La mia opinione sulla Torino-Lione? E' assolutamente irrilevante".

Massimiliano Sciullo

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