"Abbiamo visto quello che voi purtroppo sapete già bene: dentro è tutto vuoto e da oggi non hanno nemmeno più la mensa". Chiara Appendino, insieme agli altri sindaci del territorio, ha varcato le porte dello stabilimento ex Embraco di Riva di Chieri. E ha toccato con mano.
O meglio, non ha toccato, perché all'interno dello stabilimento che una volta produceva compressori per frigoriferi ora non c'è nulla o quasi. "Dentro la fabbrica è vuota, quel che c'è e vecchio e non può avere nulla a che fare con una reindustrializzazione.
L'altra notizia che emerge dalla visita della sindaca metropolitana è che da Roma è stata individuata una settimana per convocare di nuovo il tavolo. "Ho chiamato al Ministero e mi hanno detto che sarà nella settimanale del 16 dicembre - aggiunge Appendino - e nel frattempo noi saremo per quel che è possibile al vostro fianco, per tutte le forme di manifestazione che vorrete organizzare. Qui o a Torino".
Domani, intanto, sarà l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, a fare visita ai lavoratori. Sarà davanti ai cancelli alle 15, mente mercoledì l'appuntamento è in via Nizza, dove sarà la Regione a incontrare i rappresentanti sindacali per fare il punto della situazione.
Tra le ipotesi, più che un imprenditore unico (che però resta la preferibile), sembrano muoversi possibili interessi di una serie di investitori minori. Alcuni avrebbero anche già visitato gli spazi, ma ogni discorso è prematuro.
"Ci sono situazioni strane, consulenze e non stipendi da decine di migliaia di euro - aggiunge Giampiero Tolardo, sindaco di Nichelino - Il sospetto che ci sia qualcuno che vuole approfittarne e poi scappare è forte. Se rimaniamo tutti uniti, noi sindaci, possiamo fare di più e meglio".
Sempre più concreta l'ipotesi di un'assemblea aperta al prossimo Consiglio della Città metropolitana.
E Alberto Cirio, governatore del Piemonte, ha commentato: "Sono trascorsi anni dall’inizio di questa vicenda assurda e due mesi dal nostro viaggio a Roma per ottenere chiarezza, ma ad oggi né la Regione e gli altri enti locali, né soprattutto i lavoratori hanno ricevuto informazioni certe. La convocazione del Tavolo di crisi è urgente, ma i tavoli devono servire a trovare una volta per tutte una soluzione. Ne va della credibilità delle istituzioni perché sul caso Embraco sono state spese troppe parole di rassicurazione. Non possiamo accettare che queste famiglie continuino a essere prese in giro. Non lo permetteremo”.