Hanno discusso, si sono confrontati, ma le domande che hanno posto non hanno ottenuto risposte ritenute soddisfacenti. Ecco perché lunedì mattina, 16 dicembre, si sono dati appuntamento (dalle 8.30 alle 12) di fronte al Comune di Rivoli per manifestare tutto il loro disappunto.
Sono le Segreterie Aziendali del mondo della Sanità FP Cgil, Cisl FP, Nursing Up e FSI Usae (manca la Uil, che però ormai da qualche tempo ha preso un binario diverso): "Non avendo avuto risposte concrete e certe da parte del sindaco di Rivoli, Andrea Tragaioli e dal direttore generale dell’AslTo3, Flavio Boraso, chiediamo di avere notizie certe sulla salvaguardia dei Servizi Sanitari Territoriali di Rivoli. Nel corso del presidio sindacale si richiederà di incontrare il Sindaco Tragaioli, per richiedere notizie certe e non evasive".
Sul tavolo, molti temi d'attualità: l’agibilità dei locali di Via Piave (sede del Poliambulatorio distrettuale di Rivoli), "vista l’urgenza con cui si è deciso e organizzato lo spostamento di numerosi servizi sanitari", dicono i sindacati. Il destino (ed in che tempi) dei servizi che oggi sono ancora in Via Piave, dove ed in che tempi si voglia far rientrare il Consultorio sul territorio rivolese (oggi è stato trasferito a Collegno, Villa Rosa), l’intenzione di voler costruire la Casa della Salute e quando saranno finiti i lavori, quando partiranno i lavori all’ex- mensa Elcat dove dovrebbero essere ricollocati il Servizio per le Dipendenze ed il Centro di Salute Mentale, la re-internalizzazione del Punto Prelievi oggi ceduto all’RSA “Bosco della Stella" e l’ampliamento del parcheggio dell’ospedale.
"Invitiamo la cittadinanza a partecipare al presidio - dicono gli esponenti delle quattro sigle coinvolte, Nino Flesia, Marina Maglio, Agnese Avaro e Rossano Campana - perché la Sanità Pubblica è di tutti e deve essere difesa, e c’è bisogno di un dibattito pubblico, non può essere trattata con poca trasparenza ed incertezza programmatoria. Una città di 50.000 abitanti ha bisogno di servizi socio-sanitari territoriali pubblici, che spesso per mission si occupano delle persone più in difficoltà".