Eventi - 10 gennaio 2020, 11:22

Prorogata fino al 2 febbraio la mostra “WO | MAN RAY. Le seduzioni della fotografia”

Curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, esposta a CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia

Prorogata fino al 2 febbraio la mostra “WO | MAN RAY. Le seduzioni della fotografia”

Viene prorogata fino al 2 febbraio la mostra “WO | MAN RAY. Le seduzioni della fotografia”, curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, esposta a CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia

Realizzate a partire dagli anni Venti a Parigi, dove Man Ray divenne protagonista assoluto delle stagioni dadaista prima e surrealista poi, fino alla morte avvenuta nel 1976, tra le oltre duecento fotografie incluse nel percorso espositivo vengono presenti alcuni dei capolavori che hanno reso celebre il maestro americano a livello internazionale come le leggendarie “Le Violon d’Ingres” (1924), “Noire et blanche” (1926) e “La Prière” (1930).

Due settimane in più di apertura della mostra per un pubblico che, numeroso e attento, ne ha già confermato il successo con oltre 26 mila visitatori dall’apertura, il 17 ottobre, ad inizio gennaio. Man Ray, non c’è dubbio, è un grande nome, un grande maestro della fotografia del XX secolo - commenta Walter GuadagniniCon la nostra mostra abbiamo costruito una prospettiva in cui Man Ray è offerto agli spettatori in un modo del tutto nuovo, ed è questa una delle chiavi principali del successo della mostra, oltre al grande fascino delle immagini esposte, capolavori assoluti della fotografia del XX secolo. 

Il percorso della mostra, infatti, è tutto dedicato ad un preciso soggetto, la figura femminile, fonte di ispirazione primaria dell’intera poetica di Man Ray, in particolare nella sua declinazione fotografica. Man Ray, ma anche Lee Miller, Berenice AbbottDora MaarMeret Oppenheim. E Kiki de Montparnasse, Nusch Éluard, Juliet (l’ultima moglie): artiste, modelle, amiche, compagne. E le protagoniste della Parigi degli anni Venti e Trenta, Gertrude Stein, Nancy Cunard, Sylvia Beach, Youki Foujita Desnos. Tutte, in modi diversi, legate per periodi più o meno lunghi a Emmanuel Radnitzky, detto Man Ray (nato a Philadelphia nel 1890), arrivato nella Ville Lumière nel 1921 con la fama di “dadaista newyorchese”, introdotto da Marcel Duchamp, amico di Tristan Tzara (e anche loro sono in mostra, il primo en travesti e il secondo affiancato da una enorme figura femminile, naturalmente nuda) e subito pronto a mostrare quali magie si potessero fare in camera oscura.   

Sono questi i protagonisti, e soprattutto le protagoniste, della mostra di CAMERA, insieme a Man Ray, il ritrattista prediletto della Parigi intellettuale e di quella della moda, l’autore dei “rayographs” e delle solarizzazioni, due procedimenti tecnici che sono diventati gli emblemi dell’invenzione fotografica delle avanguardie di inizio secolo.

Una mostra unica, dunque, sia per la qualità delle fotografie esposte, sia per il taglio innovativo nell’accostamento insieme biografico e artistico dei protagonisti di queste vicende. Un grande repertorio di immagini a disposizione del pubblico reso possibile grazie alla collaborazione con numerose istituzioni e gallerie nazionali e internazionali dallo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università degli Studi di Parma - Sezione Fotografia, all’Archivio Storico della Biennale di Venezia - ASAC, dal Lee Miller Archive del Sussex al MAST di Bologna alla Fondazione Marconi di Milano. Realtà che hanno contribuito, tanto con i prestiti quanto con le proprie competenze scientifiche, a rendere il più esaustiva possibile tale ricognizione su uno dei periodi più innovativi del Novecento, con autentici capolavori dell’arte fotografica.

comunicato stampa

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