Ancora due settimane per visitare “WO | MAN RAY. Le seduzioni della fotografia”, curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola e scoprire o riscoprire un maestro assoluto della storia della fotografia attraverso una visione inedita: il rapporto di Man Ray con la figura femminile non solo in quanto oggetto di ricerca della fotografia surrealista, ma anche in quanto soggetto protagonista, attraverso lo sguardo di artiste e fotografe mai troppo raccontate, come Lee Miller, Berenice Abbott, Meret Oppenheim, Dora Maar, Juliet Browner.
Due sale della mostra sono dedicate a Berenice Abbott e Lee Miller, inizialmente assistenti di Man Ray, in grado in seguito di liberarsi della sua ingombrante personalità per affermare il loro autonomo linguaggio. Come disse Sylvia Beach, assistenti editrice e proprietaria della libreria “Shakespeare & Co.” di Parigi, “Essere fotografati da Man Ray o da Berenice Abbott significava essere qualcuno”, e in mostra sfilano sotto i nostri occhi - ripresi dallo sguardo acuto della fotografa americana - James Joyce e Jean Cocteau, André Gide ed Eugène Atget, in una splendida carrellata che riporta a una stagione irripetibile della cultura europea.