Eventi - 31 gennaio 2020, 15:02

"Fare foresta" al Parco Arte Vivente: arriva in Italia la performance di Mali Weil

Il 7 e l’8 febbraio duplice azione con studenti e performer che ragionano sul concetto di altri mondi possibili

"Fare foresta" al Parco Arte Vivente: arriva in Italia la performance di Mali Weil

Una ricerca sulla foresta come spazio antitetico e complementare alla città. È questo il cuore del progetto di Mali Weil, piattaforma che ha dato vita alla performance “Forests | Experimenting”, ospite del PAV – Parco Arte Vivente di Torino il 7 e l’8 febbraio. “Un eccezionale serbatoio relazionale di natura politica, per millenni è stata la palestra in cui costruire una relazione con l’alterità”, spiegano gli ideatori Elisa Di Liberato, Lorenzo Facchinelli e Mara Ferrieri, con base a Trento, che dal 2012 indagano sulle potenzialità dell’atto performativo per diffondere un immaginario politico.

“Forests | Experimenting” è un vero e proprio atto di “forestazione” del quotidiano, che apre un passaggio verso altri mondi oltre quello in atto.  

La performance si sviluppa in una duplice azione, che consiste nell’assemblaggio di una serie di protocolli, composti di questionari e narrazioni, per attuare degli esperimenti mentali con il pubblico sull’idea di altre cittadinanze possibili.

È strutturata in due giornate: nella prima, l’azione è affidata a un gruppo di allievi dell’istituto comprensivo “Sinigaglia” di Torino, mentre, nella seconda, a performer professionisti.

Per la realizzazione del progetto, Mali Weil ha scelto di lavorare sia con adolescenti sia con un gruppo di esperti provenienti dall’ambito giuridico e filosofico, ma anche dal mondo dell’attivismo e del design.

Unendo il linguaggio performativo a strumenti teorici dell’epistemologia e del design speculativo, Mali Weil invita i visitatori a partecipare alle azioni perdendosi in questa ricerca, i cui confini coincidono con i limiti storici e geografici dell’immaginario politico occidentale.

La foresta, in questa prospettiva, non è solo lo spazio fisico e concettuale, che impone la ridefinizione della nozione di cittadinanza, ma è soprattutto lo stesso atto del rimettere in discussione i limiti e il significato del nostro essere cittadini a “fare foresta”.

La forma filosofica dell’esperimento mentale e le pratiche immaginative del critical design si fondono in una partitura di political dreaming.

In questo movimento la foresta non è più foresta, ma una polifonia narrativa, rituale, con una duplice funzione critica e ludica, per creare mondi fittizi e “metterli al lavoro”.

È qui che diventa centrale il sorprendente potere immaginativo dei ragazzi e la loro abilità di “creare foreste”, attraverso un gioco verbale aperto.

Un progetto realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo, nell’ambito del Bando ORA! Produzioni di Cultura Contemporanea e con il supporto di Provincia Autonoma di Trento. 

Manuela Marascio

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