Quarantacinque anni, tre soli album pubblicati, una fama internazionale da diva in continua fuga dalla celebrità, i complimenti di Caetano Veloso che la considera, molto semplicemente, una delle più grandi voci viventi, e una vita dedicata all’Arte, Lula Pena sarà la speciale protagonista del concerto di venerdì 7 febbraio al FolkClub, alle 21.30 in via Perrone 3 bis.
Stile disadorno e minimale fino al midollo, di Lula Pena, cantante e poetessa portoghese dalla voce vellutata e sensuale, si sente dire spesso che è da qualche parte fra Tom Waits e Leonard Cohen, ma al femminile: definizione d’effetto e facile presa ma che nella pratica dice poco o nulla di chi sia Lula Pena e come sia la sua musica. Il fado, punto di partenza e di riferimento per chi si approccia alla musica portoghese, è presente, ma sullo sfondo, giusto per dare un appiglio all’ascoltatore e indicargli delle vaghe coordinate con una voce intima e dolente. La sua è una formula sonora molto personale, una combinazione unica, che risente sia delle influenze del folk americano, sia della musica brasiliana, senza ignorare gli ascolti dei vinili jazz di suo padre.
Assistere a un suo concerto significa restare rapiti dal suo suonare come in trance, dalla sua timbrica vocale ipnotica e roca accompagnata dalla sola chitarra acustica. Nei suoi set, come sul disco, la stessa forma canzone si scioglie nel continuo di un discorso che pare ininterrotto. Ogni brano scorre, sfuma nel successivo, una sorta di flusso di coscienza per chitarra e spunti francesi, americani, sardi, dal Mediterraneo e da un qualche passato forse mai esistito.